martedì 19 giugno 2007

Alessandra Borghese: il Papa? Un uomo sereno, dolce, amabile



(nella foto il Papa con Alessandra Borghese)

Alessandra Borghese sulle tracce della fede
La scrittrice per ‘‘Gli incontri del Carlino’’

di GIUSY PALUMBO

E’ “SULLE TRACCE di Joseph Ratzinger” che Alessandra Borghese ha trovato anche se stessa, raccontando un viaggio fisico e spirituale in terra di Baviera, in mezzo alle tradizioni, i costumi e le tante sfumature dei luoghi, sia sacri che intimi, frequentati dal papa. Come se la vita dell’uomo Ratzinger non si potesse scindere da quella del Papa Benedetto XVI, per il semplice fatto che la fede non è un abito che s’indossa, non è solo nella liturgia o nella preghiera, ma è in ogni istante, in ogni gesto quotidiano.
E’ con questo sguardo trasparente che Alessandra Borghese comunica un’esperienza di fede “naturale”, interna all’anima, che le ha reso la vita «più completa, più bella, più vera».
Prima dell’incontro di stasera alle 21 all’Oratorio dei Fiorentini in occasione della presentazione del suo ultimo libro (Sulle tracce di Joseph Ratzinger, Edizioni Cantagalli) per “Gli incontri del Carlino” in collaborazione con il Centro Manfredini, è l’autrice stessa a raccontare Joseph Ratzinger, conosciuto nel 1998 a Roma, prima che diventasse Papa.

Ha deciso di scrivere il libro perché già lo conosceva personalmente?

«Sicuramente conoscere un cardinale, ammirarlo e seguirlo... poi ritrovarselo Papa è una sensazione e un’esperienza unica in una vita. Ma la cosa che più mi lega a Joseph Ratzinger è la fede».

Cosa ha scoperto seguendo le sue tracce?

«Uno splendido paese, la terra natale del nostro amato papa. Le tradizioni, le usanze, e un po’ di storia percorrendo i sentieri, le strade e i passi di Benedetto XVI».

Com’è l’uomo Ratzinger?

«Un uomo sereno, dolce, amabile. Un uomo di fede, illuminato dalla grazia».

E il momento preciso in cui lei, Alessandra Borghese, ha incontrato la fede?

«Come ho descritto nel mio libro Con occhi nuovi, è stata la Provvidenza a farmi riabbracciare la fede proprio sulle rive di un fiume bavarese. Direi che la mia conversione è stata piuttosto banale, piano piano molti pregiudizi verso la religione e la chiesa sono crollati».

Prima che lei avesse “sete di Dio” come ha superato i momenti difficili della vita?

«Con grinta e disciplina».

Cosa vede guardandosi indietro. Rinnega qualche scelta?

«Non rinnego nulla, tutto serve, anche certi sbagli... possono prepararci a gustare ancora di più il ritorno a casa».

Nel suo ambiente ha mai avvertito ostilità o superficialità rispetto alla sua scelta di vita?

«Sappiamo bene che non è facile essere profeti in patria, non lo è stato per nessuno, neanche per Gesù Cristo».

Ciò dipende dal rapporto tra fede e cultura?

«Credo che troppo spesso questo rapporto sia assente. Bisognerebbe fare di più».

Per citare un luogo comune, secondo lei, oggi “non c'è più religione”?

«Oggi c’è molta confusione, superficialità e menefreghismo».

E riguardo al confronto-scontro sempre più evidente in Italia tra Islam e religione cattolica?

«Una nuova realtà è sotto i nostri occhi. E’ importante conoscere le proprie radici e tradizioni per poter dialogare con gli altri. Bisogna proporre il messaggio evangelico, non imporlo».

© Copyright Quotidiano nazionale, 19 giugno 2007

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