giovedì 7 agosto 2008
La visita del Papa in Val Badia: la gioia di Don Irsara ed il cesto di funghi...
IL PAPA IN ALTO ADIGE: LO SPECIALE DEL BLOG
IL PAPA A BRESSANONE: TUTTI I VIDEO E LE FOTO
Evento preparato soltanto in 24 ore
Don Irsara esulta «Grande giornata»
BRESSANONE.
Pire Irsara, padre Verbita e custode della casa natale di San Freinademetz, è stato per così dire il padrone di casa in occasione della visita del Papa di ieri.
«Una grande emozione», come racconta lui stesso, che ha accompagnato Benedetto nella visita alle tre stanze della casa: «Il Papa era molto interessato alla vita del Santo ma anche all’architettura di questa casa di contadini. E un’altra cosa che lo ha molto colpito è che qui ci sia stato in visita il primo cardinale cinese, Thomas Tien, nel 1963. D’altra parte il dialogo con la Cina è molto importante per il Santo Padre».
L’intera giornata «è stata una vera festa per tutta la valle, con una grande partecipazione. Tutti qui si sono mossi in fretta, in 24 ore è stato predisposto tutto al meglio. Tutti, dal Comune ai volontari, vanno ringraziati». Anche dal punto di vista della sicurezza la giornata si è svolta senza inconvenienti, anche per il lavoro di poliziotti e carabinieri arrivati da Bolzano, Bressanone, San Candido, Brunico e Brennero. In campo anche agenti della gendarmeria vaticana. Il Papa è arrivato a Oies a bordo di un elicottero dell’esercito, scortato da uno della polizia. Di ottima organizzazione e di «giornata storica per la valle» parla anche il sindaco di Badia, Ugo Dorigo.
© Copyright Alto Adige, 6 agosto 2008
Cesto di funghi come regalo
Originale dono della titolare della locanda
OIES.
L’ultimo regalo, papa Benedetto XVI l’ha ricevuto sulla strada del rientro verso l’elicottero che lo avrebbe riportato a Bressanone. Irene Pedratscher, nonostante la sua locanda, l’unica a Oies, sia stata presa d’assalto fin dalla mattina dai pellegrini e dai fedeli in attesa dell’arrivo del Santo Padre, non ha mai rinunciato all’idea di poter fare un regalo al Pontefice.
Lo racconta lei stessa: «Inizialmente, sapendo che il Papa è bavarese, avevo pensato di preparargli apposta delle “Weisswurst” con birra Weizen. Poi mi sono resa conto che sarebbe stata un’impresa impossibile».
E allora «ho pensato che un cesto di porcini dei boschi di Oies, freschi di giornata, sarebbe stato un dono altrettanto gradito e più facile da recapitare. Devo dire grazie al personale della Polizia, che ha fermato la Mercedes del Papa consentendomi di consegnargli personalmente il dono. Ma non chiedetemi cosa ha detto. Ero troppo emozionata, so solo che ci siamo salutati in tedesco e che mi ha regalato un rosario». (adp)
© Copyright Alto Adige, 6 agosto 2008