sabato 30 giugno 2007

I giovani, Francesco d’Assisi e Papa Benedetto XVI


I giovani, Francesco d’Assisi e Papa Benedetto XVI

La nostra vaticanista ci racconta i suoi due giorni ad Assisi- città icona del dialogo e della pace, per incontrare un gruppo di giovani italiani, riscoprire la conversione di San Francesco attraverso la visita del papa.

Di Alessandra Borghese

Qualche mese fa ho ricevuto un email da parte di padre Francesco Piloni, un francescano minore che si occupa della pastorale giovanile ad Assisi. In maniera diretta e famigliare mi invitava a
parlare ad un gruppo di giovani che avrebbero poi partecipato all’incontro di Assisi con Benedetto XVI domenica 17 giugno.
Concludeva l’email in maniera simpatica e originale, “so che dirai di sì, perché fin da ora schiere di Clarisse (l’ordine di suore fondato da Santa Chiara, amica di San Francesco) pregheranno per
questo!”
Impossibile opporsi alla Divina Provvidenza. Eccomi così davanti ai giovani giunti a piedi da Spello ad Assisi accompagnati lungo il cammino da un gruppo di frati e suore. E’ sabato 16 giugno, la sera prima dell’arrivo del Santo Padre. Ci sono circa 600 giovani tra ragazze e ragazzi, sono attenti e motivati. Domani si uniranno ad altri coetanei (circa 6000) per l’atteso incontro con il papa a Santa Maria degli Angeli. Nel fresco della notte umbra, racconto loro la mia esperienza di vita, il mio ritrovamento di una fede autentica e vissuta, la mia conversione.
Ma la grande storia, ancora attualissima, che siamo tutti venuti a rivivere ad Assisi, è quella di Francesco. Un santo vissuto nel 1200, ma terribilmente attuale per i nostri giorni confusi. Oggi più che mai, Francesco è un esempio di vita da imitare per il suo impegno per la pace, per l’amore per l’ambiente e il desiderio di dialogo tra le persone, le religioni e le culture. Non a caso, e in
maniera lungimirante nel 1986, Giovanni Paolo II scelse proprio Assisi per vivere insieme ad esponenti di altre confessioni
cristiane e di altre fedi religiose, una Giornata Mondiale di Preghiera per la Pace.
Per papa Benedetto XVI, Francesco non era soltanto un ambientalista o un pacifista, era soprattutto un convertito, un uomo che seguì Cristo secondo il Vangelo. Forse è proprio per questo tema della conversione, con le dovute differenze, che i frati mi hanno invitato a parlare ai giovani, nella speranza che la mia testimonianza li potesse animare e far capire il valore della conversione. Sì, perché una vera conversione cambia radicalmente la visone della vita, l’arricchisce, la completa, la rende più bella.
Papa Ratzinger passa dieci ore intensissime in questo “luogo dell’anima”, animato dal desiderio come lui stesso ha affermato “di rivivere il cammino interiore di Francesco in occasione dell’VIII centenario della sua conversione”. Un programma che anche un capo scout avrebbe avuto qualche difficoltà a compiere con tanto dinamismo e che il nostro papa ottantenne ha seguito al minuto, senza perdere l’occasione di lanciare un forte e accorato appello contro “i conflitti armati che insanguinano la terra nella speranza che l’odio ceda all’amore, l’offesa al perdono e la discordia all’unione”. Come? “Con un dialogo responsabile e sincero, sostenuto dal generoso sostegno della comunità internazionale, per ridare vita e dignità a persone, istituzioni e popoli”.
Deve essere stata una grande gioia per Joseph Ratzinger tornare ad Assisi, un luogo a lui molto caro dove si era recato tante volte da cardinale. Tra papa Benedetto e Francesco il poverello c’è un grande feeling.
Nel suo libro “Gesù di Nazareth”, il papa lo collega alla beatitudine dei poveri: “Francesco d’Assisi ha colto la promessa di questa beatitudine nella sua radicalità estrema”.
Il culmine della giornata ad Assisi per il pontefice è stato però l’incontro con i giovani per i quali Francesco ha un attrazione speciale. Joseph Ratzinger ha usato ancora una volta un
linguaggio chiaro e diretto, senza timore ha messo in guardia i giovani dai pericoli della droga, dal troppo vagare, dal trabocchetto della vanità. Allo stesso tempo si è reso partecipe e comprensivo verso le difficoltà per costruirsi un futuro, il
discernere la verità, additando l’egoismo come trappola mortale,
perché secondo il papa “noi possiamo essere noi stessi solo se ci apriamo nell’amore amando Dio e i nostri fratelli”. Poi ha ricordato che “ad Assisi si viene per apprendere da San Francesco
il segreto per riconoscere Gesù e fare esperienza di Lui”. Come?
Amando la chiesa, i sacerdoti, la natura, la preghiera e la pace
senza tacere la propria fede cristiana. Come? “Attraverso i mille piccoli atti della vita quotidiana”.
Prima di tornare a Roma il papa, stanco ma felice, ha rivolto ai giovani un ultimo saluto, chiedendo loro con dolcezza e fermezza paterna: “siate la mia gioia, come lo siete stati di Giovanni Paolo
II!”.
Una richiesta che ha già trovato risposta nei cuori di molti.

Gente, 20 giugno 2007

venerdì 29 giugno 2007

Il Papa deve chiedere scusa per un piccolo ritardo?


Benedetto XVI lo fa sempre, come stamattina. E' il segno di una grande umanita' ed umilta' che mi colpiscono profondamente.
Raffaella

PAPA/ INIZIA ANGELUS IN RITARDO, "VI CHIEDO SCUSA"
Benedetto XVI improvvisa e chiede 'perdono' ai suoi fedeli

Città del Vaticano, 29 giu. (Apcom) - "Si è da poco conclusa la celebrazione a San Pietro, perciò sono un po' in ritardo. Chiedo scusa": fuori programma del Papa che, affacciandosi dalla finestra del Palazzo Apostolico per la recita dell'Angelus, ha voluto chiedere scusa per il leggero ritardo con cui ha iniziato.

L'Angelus infatti, è sempre programmato alle 12 esatte. Questa mattina, invece, Benedetto XVI si è affacciato con circa 7 minuti di ritardo

Indiscrezioni su due nomine curiali


Inserisco in questo blog qualche indiscrezione, non confermata, su due nomine nella curia romana.
Raffaella

(nella foto il Papa con il cardinale Angelo Scola)

Nel futuro di Scola e Ravasi incarichi di prestigio a Roma

Il malgratese sarà Prefetto della Congregazione per la dottrina della fede Mentre il monsignore di Merate avrà il Pontificio consiglio per la cultura

Tra le nuove nomine che Papa Benedetto XVI si appresta a fare, ce ne sono due di grande prestigio che sembrano destinate ad altrettanti illustri lecchesi. Pare infatti che in pole position per succedere allo stesso Ratzinger come Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede sia il cardinale Angelo Scola, attuale patriarca di Venezia; mentre al posto del cardinale Paul Popard, al Pontifico Consiglio per la Cultura, dovrebbe arrivare monsignor Gianfranco Ravasi, da molti anni Prefetto della Biblioteca Ambrosiana. Così, almeno, dava per certo l'altro giorno il quotidiano torinese «La Stampa», citando fonti autorevoli. Come tutti sanno il cardinal Angelo Scola è originario di Malgrate (dove continua a tornare con una certa frequenza nonostante gli innumerevoli impegni), mentre monsignor Gianfranco Ravasi è nato a Merate ed è brianzolo purosangue. Tra le altre cose - come ci aveva confidato qualche tempo fa in una lunga intervista apparsa nella collana dedicata alle «persone speciali» della nostra provincia - è solito tuttora trascorrere parte delle sue vacanze in Brianza. A testimonianza di un rapporto che non si è mai interrotto. Questi due figli della nostra terra si apprestano così a confermare come da noi non di solo ferro si è vissuti, ma si ha anche avuto il tempo di coltivare gli immateriali beni dell'anima. Il patriarca di Venezia, Angelo Scola, ha attraversato da protagonista le origini della storia ecclesiale di Comunione e Liberazione che da noi ha avuto terreno fertile. Impegnato in Gioventù studentesca sin dai tempi del Liceo classico «Manzoni» a Lecco, diventerà poi presidente della Fuci nel 1965, da studente di filosofia alla Cattolica, dove otterrà il dottorato con una tesi sulla filosofia cristiana col mitico professor Gustavo Bontadini, tanto famoso per la sua straripante umanità, quanto per le mollette con cui si «pinzava» i pantaloni da inveterato ciclista. Dal momento in cui fu ordinato sacerdote, nel 1970, Angelo Scola ha bruciato le tappe, come si dice in ogni biografia che si rispetti. Teologo raffinato a Friburgo, incontra personaggi straordinari come Henri de Lubac e Hans Hurs von Balthasar, per poi lasciare la carriera accademica e divenire prima vescovo di Grosseto e poi Patriarca di Venezia. Un destino segnato il suo, sin dai tempi di Gioventù studentesca prima e Comunione e Liberazione poi, quando le sue «lezioni» spiccavano per lucidità ed originalità; uno dei pochi in quegli anni a non dover «imitare» don Luigi Giussani per farsi ascoltare. Anche monsignor Gianfranco Ravasi non è da meno come personalità. Se non ha toccato le soglie di qualche vescovado, i suoi interventi lasciano ovunque il segno per la precisione ed il fascino delle argomentazioni. Ce lo ricordiamo bene anche noi lecchesi nelle due ultime sue apparizioni in città, l'anno scorso, prima di Natale, ospite della Fondazione della Provincia di Lecco e l'anno prima all'inaugurazione della mostra di Alfredo Chiappori all'Ospedale Manzoni. Dal 1966 prefetto della Biblioteca Pinacoteca Ambrosiana di Milano, monsignor Gianfranco Ravasi è innanzitutto un uomo di fede e di cultura. Grande studioso, grandissimo e raffinato divulgatore è anche e soprattutto un grande lettore. I ventimila volumi che arredano la casa paterna ad Osnago sono solo una piccola testimonianza di quella cultura che Ravasi si porta dietro e nella quale insegue il segno di quell'utopia che oggi è purtroppo sempre più assente. Angelo Scola e Gianfranco Ravasi: due uomini di fede che sembrano destinati ad occupare due posti di rilievo dentro la Chiesa; due lecchesi che stanno testimoniando come anche da noi si possa vivere di solo spirito. Il motto episcopale del Patriarca di Venezia, cardinal Angelo Scola, recita: «Sufficit gratia Tua» ovvero «Basta la Tua grazia». Speriamo che un po' di quella «grazia» ci sia anche per noi, suoi immeritevoli concittadini.

© Copyright La Provincia di Lecco, 28 giugno 2007

mercoledì 27 giugno 2007

100 udienze generali e oltre 2 milioni di fedeli per il Papa


PAPA/ OGGI LA CENTESIMA UDIENZA GENERALE DI BENEDETTO XVI
Nel corso degli anni 2.280.100 fedeli ricevuti il mercoledì

Città del Vaticano, 27 giu. (Apcom) - Benedetto XVI presiede oggi alla centesima udienza generale da quando è stato eletto Papa nell'aprile del 2005. Nel corso degli anni sono 2.280.100 i fedeli e i pellegrini giunti a Roma per ascoltare di mercoledì Papa Ratzinger nell'aula Nervi (anche detta aula Paolo VI) o in piazza san Pietro. Le udienze sono state 32 nell'anno dell'elezione, 45 nel 2006 e 23 quest'anno.

Oggi Benedetto XVI dapprima saluterà nella basilica di San Pietro 6 mila fedeli che non hanno trovato posto nell'aula delle udienze e poi vi si trasferirà per dare inizio alla consueta catechesi settimanale. Ad attenderlo sono previste altri 7 mila fedeli. Dalla settimana scorsa le udienze generale - che nel periodo primaverile ed estivo si svolgono solitamente in piazza san Pietro - sono tornate al chiuso per il caldo.

Dal 9 al 27 luglio il Papa andrà in vacanza a Lorenzago di Cadore, in provincia di Belluno. Di ritorno, Benedetto XVI si recherà nella residenza estiva di Castel Gandolfo, sui Colli albani. Durante questo periodo sono soppresse le udienze generali (che riprenderanno il primo agosto) e tutte le udienze private e speciali.

Domani sera su Raiuno il documentario (aggiornato) sul Papa



Nella foto il piccolo Joseph Ratzinger (a destra) con i fratelli Maria e Georg

RaiUno, un lungo incontro con il Papa: De Carli racconta un “amico di Dio”

Domani, vigilia della solennità dei Santi Pietro e Paolo e “Festa del Pontificato”, su RaiUno a partire dalle 23,35 sarà riproposto il programma Benedetto XVI, il Papa dell’amicizia con Dio del giornalista Rai e vaticanista lodigiano Giuseppe De Carli ed Elena Balestri.
Il programma ripercorre le tappe fondamentali della vita di Joseph Ratzinger: dalla nascita a Marktl sull’Inn in Baviera, il 16 aprile 1927, fino al pontificato. Il programma, curato dalla struttura Rai Vaticano, e’ il frutto di due anni di lavoro. Raccolta di materiale fotografico, filmati inediti e testimonianze di coloro che hanno accompagnato le diverse fasi della vita del teologo diventato Papa. Compagne e compagni alle elementari e al seminario di Frisinga, le testimonianze del prefetto degli studi Alfred Lapple, del teologo Hans Kung, dello scrittore e giornalista Vittorio Messori, di Peter Seewald, autore dei libri intervista Il sale della terra e Dio e il mondo, dei vescovi Ennio Appignanesi e Andrea Maria Erba.Il programma, riproposto integralmente e della durata di 95 minuti, è diviso per capitoli: il bambino che voleva diventare cardinale, il professore, il prefetto, «l’umile lavoratore nella vigna del signore», l’appartamento.
La sezione riguardante il pontificato e’ stata aggiornata con la visita apostolica dello scorso mese di maggio in Brasile e con gli ultimi cambiamenti avvenuti nella Curia Vaticana. Di grande impatto le immagini riguardanti il “Papa privato”, girate in più giorni dal Centro televisivo Vaticano. Viene cosi’ descritta una giornata-tipo di Benedetto XVI, in quell’appartamento che un muro secolare di riservatezza ha nascosto agli occhi del mondo. Con Papa Benedetto anche questo “muro” e’ caduto, e per la prima volta un Successore di Pietro si lascia riprendere con grande naturalezza e spontaneità con quella che può essere definita la sua famiglia.Il Papa dell’amicizia con Dio, riproposto integralmente, e’ stato realizzato da Giuseppe De Carli ed Elena Balestri. Il montaggio e di Fabio Fedeli e Massimo Giannuli, la consulenza è di Filippo Di Giacomo, Giulio Galoppo, Chiara Sambuchi e Marco Zuccari. La sceneggiatura e la regia sono di Ivano Balduini.

© Copyright Il Cittadino, 27 giugno 2007

Vedi anche:

Benedetto XVI, Il Papa dell'amicizia con Dio

lunedì 25 giugno 2007

PAPA: A 70 ANNI VOLEVO RITIRARMI A STUDIARE


Il Papa pensava di ritirarsi dal lavoro di Prefetto della Congregazione della dottrina della fede gia' nel 1997, al compimento del settantesimo anno di eta'.
A svelare questo particolare inedito della sua vita' e' stato lo stesso Benedetto XVI in visita alla Biblioteca Apostolica Vaticana.
Leggi il
discorso

PAPA: A 70 ANNI VOLEVO RITIRARMI A STUDIARE

(ASCA) - Citta' del Vaticano, 25 giu - Joseph Ratzinger all'eta' di 70 anni aveva chiesto a Papa Wojtyla di lasciare il suo incarico alla Dottrina della Fede per potersi dedicare completamente alla ricerca e agli studi dei documenti e reperti conservati nell'Archivio e nella Biblioteca Apostolica vaticana. E' stato lo stesso Benedetto XVI a confidare questo particolare della sua vita al personale di Archivio e Biblioteca visitate oggi. Dopo aver espresso il suo compiacimento per i riconoscimenti della qualita' del servizio che giungono all'Archivio e alla Biblioteca da ogni parte del mondo, il Papa ha ricordato l'inedito della sua vita. ''Confesso - ha detto - che al compimento del mio settantesimo anno di eta', avrei tanto desiderato che l'amato Giovanni Paolo II mi concedesse di potermi dedicare allo studio e alla ricerca di interessanti documenti e reperti da voi custoditi con cura, veri capolavori che ci aiutano a ripercorrere la storia dell'umanita' e del cristianesimo. Nei suoi disegni provvidenziali il Signore ha stabilito altri programmi per la mia persona ed eccomi oggi tra voi non come appassionato studioso di antichi testi, ma come pastore chiamato ad incoraggiare tutti i fedeli a cooperare alla salvezza del mondo, compiendo ciascuno la volonta' di Dio la' dove Egli ci pone a lavorare''.


PAPA RATZINGER IN BIBLIOTECA: A 70 SPERAVO VECCHIAIA DI STUDIO

Città del Vaticano, 25 giu. (Apcom) - Il Papa visita la Biblioteca apostolica vaticana e confessa che dieci anni fa, quando era 'semplice' cardinale, sperava di andare in pensione tra i libri ma Giovanni Paolo II volle che rimanesse in Curia come prefetto della Congregazione per la dottrina della fede.

"Confesso che, al compimento del mio settantesimo anno di età, avrei tanto desiderato che l'amato Giovanni Paolo II mi concedesse di potermi dedicare allo studio e alla ricerca di interessanti documenti e reperti da voi custoditi con cura, veri capolavori che ci aiutano a ripercorrere la storia dell'umanità e del Cristianesimo", ha raccontato Benedetto XVI ai suoi ospiti. "Nei suoi disegni provvidenziali il Signore ha stabilito altri programmi per la mia persona ed eccomi oggi tra voi non come appassionato studioso di antichi testi, ma come Pastore chiamato a incoraggiare tutti i fedeli a cooperare alla salvezza del mondo, compiendo ciascuno la volontà di Dio là dove Egli ci pone a lavorare", ha concluso.

domenica 24 giugno 2007

Il Papa in Cadore: qualche indiscrezione


Prendono forma gli impegni del Papa a Lorenzago.
Credo che, ancora una volta, dobbiamo essere grati al Santo Padre che, forse, dedichera' parte delle sue vacanze alla scrittura della seconda parte di "Gesu' di Nazaret".
Saranno vacanze di studio ma, speriamo, anche di riposo :-)

Raffaella


Ratzinger arriverà a Lorenzago la mattina del 9 luglio e ripartirà venerdì 27: «La nostra provincia in risalto nel mondo»

Il Papa incontrerà i sacerdoti

Oltre ai due Angelus è uno dei momenti clou delle vacanze
Sono stati realizzati nuovi sentieri attorno alla casa che lo ospiterà Lorenzago prepara molte iniziative


BELLUNO. Due Angelus pubblici, uno nel castello di Mirabello per la diocesi di Treviso e uno in piazza Calvi a Lorenzago per la diocesi di Belluno. Ma anche un incontro con tutti i sacerdoti delle due diocesi, in una chiesa (capiente a sufficienza per contenere 600-800 sacerdoti) o forse al centro Papa Luciani di Santa Giustina. E poi qualche visita privata, tra le tante che sono state richieste e proposte. Le vacanze del Papa saranno «monastiche» e blindate. Ma la sua presenza si sentirà perfettamente.
L’incontro con tutti i sacerdoti delle due diocesi «è un momento che abbiamo molto a cuore», spiega il vescovo di Belluno Andrich, durante la conferenza stampa di presentazione del programma delle vacanze di Benedetto XVI.
E’ successo l’anno scorso in Valle d’Aosta, ma i numeri questa volta sono molto superiori. Duecento i sacerdoti bellunesi, tre volte tanto quelli trevigiani: ci vuole un posto adeguato per contenerli. Una chiesa, dice il vescovo. Quale, ancora non si sa. Ma potrebbe essere anche l’anfiteatro del centro Papa Luciani.
I momenti pubblici saranno comunque pochissimi. L’arrivo del Papa è previsto per lunedì 9 luglio. Alle 11.30 arriverà all’aeroporto di Istrana, da lì partirà in elicottero per raggiungere Lorenzago alle 12. Chi sarà presente ad accoglierlo?
«Gli inviti vengono fatti direttamente dal Vaticano» precisa il vescovo. Ci saranno sicuramente le massime autorità regionali e provinciali.
«Il Papa viene per riposare e studiare» aggiunge Andrich. Saranno quindi vacanze molto diverse da quelle di Giovanni Paolo II. Le passeggiate saranno limitate all’area del Castello di Mirabello.
«Sono stati approntati dei nuovi sentieri attorno alla casa che lo ospita» aggiunge l’alto prelato. «E anche la casa è stata ristrutturata e ampliata».
Nessuno stupore per le reti che vengono innalzate proprio in questi giorni anche in mezzo al bosco. «E’ opportuno che venga garantita la sua riservatezza» spiega infatti monsignor Andrich. «Giovanni Paolo II era fuori quasi tutto il giorno, impegnato nelle escursioni, mentre Benedetto XVI resterà quasi sempre nella casa della diocesi di Treviso».
Le uscite pubbliche sono due. La prima il 15 luglio, per l’Angelus che sarà recitato nell’area del Castello di Mirabello. L’organizzazione è affidata alla diocesi di Treviso. La recita dell’Angelus, alle 12, che sarà trasmessa in mondovisione, sarà preceduta dalla messa, a cui il Papa non parteciperà, che sarà celebrata dal vescovo di Treviso Andrea Bruno Mazzocato. La domenica successiva tocca alla piazza di Lorenzago ospitare l’Angelus. Questa volta l’organizzazione sarà curata dalla diocesi bellunese e la messa che precede la recita sarà celebrata dal vescovo di Belluno Giuseppe Andrich.
Il Papa ripartirà per Roma venerdì 27 luglio, alle 17.30.
Ratzinger sarà circondato da una ventina di persone della sua delegazione, oltre che dall’apparato di forze dell’ordine che verrà messo in campo per garantire la sua sicurezza e la sua riservatezza.
E le visite private? Andrich ammette che ci sono state molte richieste di incontrare il Papa. Si è parlato nei giorni scorsi di una visita a Canale d’Agordo e di un incontro con Edoardo Luciani.
Il vescovo di Belluno spiega di non conoscere i programmi, in questo senso, di Ratzinger: «Se accadrà qualcosa di simile, avverrà all’improvviso». Nulla di ufficiale, di pubblico e di annunciato per tempo, dunque.
Molti anche i doni che si stanno preparando da consegnare a Benedetto XVI. Si sono mossi scultori, pittori, ma anche tanta gente comune. Anche in questi casi le proposte saranno vagliate dall’entourage del Papa. Di sicuro si sa solo del volume che sarà consegnato dai Comuni del Cadore. Intanto a Lorenzago si lavora per prepararsi alla presenza di Ratzinger.
«Già da alcune settimane - spiega il parroco don Sergio De Martin - la comunità si riunisce ogni settimana per un’ora di preghiera nella chiesa parrocchiale: è un momento molto partecipato e coinvolgente». Questi incontri continueranno anche per le tre settimane di permanenza del Papa a Lorenzago.
E a Lorenzago si è costituito un comitato tra il Comune e la parrocchia, formato anche da volontari che ha predisposto un calendario molto ricco di manifestazioni e iniziative, con messe ma anche concerti, presentazione di libri, fiaccolate.
«Il nostro atteggiamento in questi giorni intensi - dice ancora il parroco - è quello di predisporci non tanto a incontri diretti o comunitari, ma a cogliere i benefici spirituali che la solo presenza di Benedetto XVI in mezzo a noi sta già arrecando».

© Copyright Corriere delle Alpi, 24 giugno 2007


MESSAGGIO DI ANDRICH

«La sua presenza pone in risalto al mondo intero la nostra provincia»

BELLUNO. Il messaggio del vescovo Giuseppe Andrich: «Saluto tutti gli ospiti che sono giunti tra noi, nella terra delle Dolomiti, per dei giorni di vacanza. Le nostre comunità parrocchiali sono liete di accogliere i tanti ospiti che si rendono disponibili ad animare momenti di spiritualità e contemplazione e che sentono forte il senso di appartenenza alle nostre comunità cristiane. Papa Benedetto XVI è la presenza che pone in risalto agli occhi del mondo intero la nostra Provincia dolomitica: ci onora e ci privilegia. Per le comunità cristiane è una vicinanza fisica che aiuta a sentire la verità di quell’invito che Albino Luciani continuava a proporre: “Non stacchiamoci dalla roccia”, e la roccia è Pietro. Sono riconoscente per i numerosi programmi di preghiera che la parrocchia di Lorenzago, l’arcidiaconato del Cadore e la diocesi intera hanno previsto in preparazione e durante la permanenza del Papa. Un apprezzamento grato a chi ha seguito le indicazioni, date fin dal primo annuncio di questa eccezionale presenza: rispettiamo il riposo e i ritmi di vita che avrà il Papa. La recita dell’Angelus a Lorenzago, il 15 e 22 luglio, è sentita dalla nostra Diocesi come momento di partecipazione alla preghiera della Chiesa universale, ascoltando quelle parole che egli pronuncerà, attente sempre a gravi drammi di popoli e persone».

© Copyright Corriere delle Alpi, 24 giugno 2007

venerdì 22 giugno 2007

Al Papa la medaglia d'oro della sincerita'


Indagine/ I più sinceri d’Italia? Il Papa, Rita Levi Montalcini e Gerry Scotti

A detta degli italiani va senza alcun dubbio a Papa Benedetto XVI la palma di personaggio “più sincero”. Sul variegato podio della sincerità, con medaglia d’argento Rita Levi Montalcini e, con quella di bronzo, Gerry Scotti, che proprio su un’immagine pulita e schietta ha costruito la sua straordinaria carriera televisiva.
A rivelarcelo è una corposa ricerca demoscopica voluta da Birra Moretti e finalizzata a fotografare la sincerità degli italiani. E Gerry Scotti, presente oggi alla conferenza stampa di presentazione della ricerca, sale addirittura al primo posto di questa speciale classifica se si considerano solo i pareri dei giovani (ovvero coloro che rientrano nella fascia di età 18-24 anni).

“Italiani sinceri, ma non troppo” è il titolo della curiosa indagine che porta alla luce il livello di onestà intellettuale e correttezza sociale. Quello della sincerità rappresenta il primo di una serie di valori che, nelle intenzioni di Birra Moretti, amatissima birra italiana da anni paladina del gusto per la sincerità, potranno essere indagati dalla marca nei prossimi anni con l’obiettivo di comprendere sempre meglio il modo di pensare e di comportarsi dei nostri connazionali.

“Birra Moretti ha fatto della sincerità il proprio cavallo di battaglia - afferma Peter Heilbron, Amministratore Delegato Heineken Italia, proprietaria del marchio Birra Moretti.

Venendo ai dati della ricerca salta subito agli occhi che l’Italia è un Paese spaccato a metà per quel che riguarda il gusto per la sincerità: il 50.4% della popolazione adulta afferma che “nella vita è giusto essere sinceri sempre e con chiunque”, mentre il 48,2% sostiene che sia opportuno esserlo solo “a certe condizioni”. Esiste poi un piccolo partito con 700.000 aderenti (l’1,4% della popolazione adulta) che teorizza l’indispensabilità della menzogna “sempre e con tutti”.

Le “locomotive” del treno della sincerità sono in particolare i giovani 18-24enni e i 35-44enni con figli non grandi, i residenti nel Triveneto, la classe media e i salariati, mentre i “vagoni” più lenti e resistenti risultano essere i laziali, i 25-34enni, i commercianti e le categorie degli imprenditori, dirigenti e professionisti

Ma qual è l’immagine che gli Italiani hanno delle persone sincere? La grande maggioranza degli intervistati attribuisce loro un giudizio straordinariamente buono (38%) o oscillante tra il buono e il discreto (44%). Non a caso ai sinceri viene spesso attribuita una valutazione positiva che, ad esempio, tende a identificarli come “affidabili”,“buoni” o “per bene”. Ma esiste anche un buon 19% che non apprezza le persone sincere le definisce ingenue (nel 17% dei casi), le considera illuse (8%) e giunge addirittura a definirle furbe (2%) insinuando dunque il dubbio che la loro onestà mascheri in vero chissà quale trama.
Quando e con chi, secondo i nostri connazionali, bisogna essere davvero sinceri? Occorre distinguere due grappoli di casi diversi. Infatti, se parliamo di sincerità relazionale – cioè nei rapporti con altre persone – un dominante 57% esorta alla sincerità generalizzata, un corposo 36% sostiene la sincerità selettiva e “solo” un piccolo 7% esalta l’insincerità totale. Non si dovrebbe mai mentire con i figli (67%), con i veri amici (61%), con i genitori (50%) e nel fare una dichiarazione d’amore (46%). Vi sono poi, situazioni in cui la percentuale tende a scemare: solo il 12% degli intervistati, ad esempio, ritiene giusto confessare al proprio partner un tradimento o un’avventura amorosa e ben il 21% reputa che ai malati gravi sia addirittura opportuno nascondere la verità. Solo il 22% pretende infine che si dica la verità quando si fa un complimento a una persona…

Esiste poi la sincerità funzionale, ovvero quella che riguarda i rapporti non con una persona specifica ma con il rappresentante di un ruolo anonimo. Anche in questo caso, l’ago della bilancia punta diritto verso un comportamento etico e diligente: sono ben il 43% i sostenitori di una forte sincerità, i fautori di una veridicità selettiva si assestano al 38%, mentre i bugiardi si fermano a quota 19%.

A conclusione dell’indagine, tramite domande ‘aperte’ è stato chiesto agli intervistati di indicare i gruppi sociali da essi ritenuti più sinceri. Tra i diversi segmenti della popolazione italiana non sono emerse differenze statisticamente significative sia per genere sessuale (con uomini e donne a pari merito) sia per area geografica (settentrionali e meridionali sono quasi appaiati). Ben diverso è il discorso per fasce d’età: i più sinceri sono giudicati i bambini (63%), seguiti dagli anziani (24%) e, a distanza i ragazzi (7%) e gli adulti (3%). Per quel che concerne i ruoli socio-professionali, la classifica dei più sinceri vede in testa i medici, seguiti a ruota dai i sacerdoti e dai carabinieri/poliziotti, quindi dai giudici, seguiti a distanza dalle prostitute, dagli avvocati, dai lavoratori dipendenti. In coda alla classifica? I ristoratori, i politici e gli imprenditori.

Riassumendo:

I bugiardi matricolati

I bugiardi incalliti e sostenitori della menzogna a tutti i costi ammontano solo all’8% (3,9 milioni di maggiorenni).

I semi sinceri

Sono il 39% (18,9 milioni): veritieri, ovvero sinceri a corrente alternata, praticano la sincerità per lo più nei rapporti privati, con familiari, amici e conoscenti.

I sinceri umani e prudenti

E’ il 39% dell’Italia (18,9 milioni) che racconta poche frottole, per lo più orientate a mantenere un buon clima sociale, a non offendere, a evitare imposte, multe, seccature.

I super-sinceri

Rappresentano quel 14% dell’Italia, circa 6,8 milioni di individui, che esaltano l’assoluta trasparenza in ogni momento della propria vita.

Affari italiani

Il Papa, un hacker e Harry Potter


Voi non sentite puzza di bufala e gratuita pubblicita'?
Raffaella

Harry Potter, hacker svela il finale per obbedire al Papa

Un hacker ha svelato quello che a suo dire sarebbe il finale del settimo e ultimo capitolo della saga di Harry Potter, la cui uscita è prevista fra un mese. A morire dovrebbero essere i due amici del maghetto: Hermione e Hagrid, mentre a Harry toccherà regolare i conti con i vari cattivi. Il pirata informatico, che si fa chiamare Gabriel, sostiene di essere riuscito a entrare nei computer della casa editrice, la Bloomsbury, semplicemente inviando una e-mail infetta a un dipendente. Ora, in un noto sito di hacker (InSecure.org), Gabriel ha messo a disposizione il materiale, sostenendo di voler «rendere inutile la lettura del libro». Curiose le ragioni dell'operazione: «L'ho fatto» ha spiegato Gabriel «seguendo le parole del grande Papa Benedetto XVI, quando era ancora il cardinale Ratzinger: egli spiegò che Harry Potter porta i giovani a un neo-paganesimo». Fonti della Bloomsbury minimizzano: «Circolano sempre tante versioni ufficiose del libro: non confermiamo né smentiamo i rumours».

© Copyright Libero, 22 giugno 2007


Hacker svela il finale del nuovo libro

Hermione e Hagrid moriranno. Questa la rivelazione-shock che un hacker ha fatto circolare sul web. Gabriel, questa la firma del pirata informatico che ha deciso di boicottare "Harry Potter and the Deathly Hallows" ispirandosi a Papa Ratzinger, che a suo tempo aveva accusato la saga di istigare i giovani lettori al neopaganesimo.

© Copyright Libero, 22 giugno 2007


LA NOVITÀ

Londra: un hacker rivela il finale del prossimo libro. Bloomsbury non commenta. Scoop o spot?

"Harry Potter, ecco come andrà a finire"

CINZIA SASSO

DAL NOSTRO INVIATO
LONDRA - Sarà vero? Manca un mese perché Harry Potter and the Deathly Hallows, l´ultimo libro della serie, sia in vendita nelle librerie, e ieri un hacker dal nome gentile pubblica su Internet tutta la storia, svelando ogni mistero. Ma sarà vero quello che scrive? E cioé che quella secchiona di Hermione è stata uccisa in un duello finale con Voldemort e il gigante buono Hagrid ammazzato per mano di quel viscido del professor Piton? Come al solito, alla vigilia della pubblicazione dei libri di culto di J.K. Rowling si scatena sul web la corsa alle ultime incandescenti rivelazioni che naturalmente non vengono né confermate né smentite da Bloomsbury, la casa editrice che pubblica la serie di Harry Potter e che solo il 21 di luglio, data di uscita nelle librerie, si aspetta di vendere tre milioni di copie.
L´hacker che ha messo a rumore la folla degli appassionati di Potter – 325 milioni di copie vendute, libri tradotti in 64 lingue, 5 film già realizzati - si fa chiamare Gabriel e sostiene di aver avuto accesso alle bozze del libro direttamente dal computer di un impiegato della Bloomsbury, inviandogli una mail contenente un virus, un lavoretto facile facile. E ieri su insecure.org ha rivelato, in un inglese abbastanza incerto, ampi dettagli della trama dell´ultima fatica della scrittrice scozzese. Tra questi, la morte di Hermione durante un duello con Lord Voldemort e quella del guardiaboschi Hagrid per mano di Piton. Non c´è, nella versione anticipata dal pirata informatico, quello che i fan della saga si aspettavano e insieme temevano di più: la morte di Harry. Gabriel ha cercato di nobilitare il suo gesto: «L´ho fatto – ha scritto - per seguire le preziose parole di Papa Benedetto XVI quando era cardinale. Disse che Harry Potter avrebbe portato i giovani verso la fede nel neo-paganesimo». La Bloomsbury è tranquilla: «In rete – ha detto un portavoce - circolano moltissime versioni e ipotesi del finale. Noi non neghiamo né confermiamo nulla».

© Copyright Repubblica, 22 giugno 2007


La presunta "vendetta" d'un hacker

E io vi svelo come finirà Harry Potter...

Anna Mallamo

Terzo segreto di Fatima? Database del Pentagono? Formula della Coca Cola? Macché. Il segreto dei segreti dei nostri tempi è... il finale della saga di Harry Potter, oggetto d'un'attesa planetaria che avrebbe dovuto aver fine solo il 21 luglio, data di pubblicazione (nei paesi anglosassoni) dell'ultimo libro della serie, "Harry Potter and the Deathly Hallows". E invece no. Un hacker inglese, nome in codice "Gabriel", il 19 giugno ha raccontato su un sito internet molto frequentato (insecure.org, ieri in tilt per l'enorme numero di collegamenti, dopo che la notizia è stata diffusa) di aver scoperto tutto, grazie alla propria abilità informatica, "forzando" con un virus ("Gabriel" spiega in dettaglio quale e come) il computer di un impiegato della casa editrice Bloomsbury e leggendo indisturbato le bozze del segretissimo romanzo di J. K. Rowling.
Il finale – secondo "Gabriel", che si esprime in un inglese alquanto rudimentale – sarebbe shocking: i due personaggi che, come aveva annuciato la stessa autrice, sarebbero morti prima della conclusione della vicenda sono nientepopodimeno che Hagrid, ucciso dal professor Piton mentre tenta di salvare Hermione e Ron da un agguato, e la povera Hermione, assassinata da Lord Voldemort in persona durante una battaglia di incantesimi. E questi due delitti sarebbero la spinta finale per Harry, che, pieno di rabbia e dolore, l'avrebbe definitivamente vinta su tutti i suoi nemici. Anzi, su tutti tranne uno: il malefico biondino Draco Malfoy, l'unico a sopravvivere, e a ereditare la "formula" per creare i terribili "Horcrux" (gli oggetti nei quali un mago può intrappolare una parte della propria anima, garantendosi l'immortalità).
Ma tutto questo – ovvero il presunto boicottaggio del libro più atteso dell'anno – "Gabriel" dichiara d'averlo fatto per una nobile ragione: «Per seguire le preziose parole di Papa Benedetto XVI, pronunciate quando era ancora cardinale Joseph Ratzinger, il quale disse che Harry Potter avrebbe portato i giovani verso il neo-paganesimo».
Sarà vero? La casa editrice inglese Bloomsbury, le cui rotative stanno stampando a pieno ritmo il romanzo e che prevede di venderne tre milioni di copie solo nel giorno d'uscita, non si è scomposta più di tanto, e ha fatto sapere attraverso un portavoce che «in rete circolano moltissime versioni e ipotesi sul finale: noi non neghiamo né confermiamo nulla». Understatement inglese, non c'è che dire.
E d'altronde è vero che, nei mesi scorsi, s'è registrato un proliferare di indiscrezioni fasulle, "bufale" e ipotesi fantasiose, oltre alle scommesse vere e proprie sulla fine della saga del maghetto, di cui si sa soltanto che moriranno due dei personaggi principali e che non ci sarà mai un ottavo libro della serie. Parola della Rowling, i cui libri hanno venduto finora 325 milioni di copie in tutto il mondo e sono stati tradotti in 64 lingue. Semmai, ha ipotizzato l'autrice, che s'è detta assai triste all'idea di chiudere con la vicenda incantata di Harry, il seguito potrebbe essere una sorta di "enciclopedia" finale su Hogwarts e tutti i personaggi, anche quelli minori. Hacker permettendo...

© Copyright Gazzetta del sud, 22 giugno 2007

giovedì 21 giugno 2007

Chi e' il piu' sincero in Italia? Ma e' ovvio: il Papa!


Sondaggio: i personaggi piu' sinceri

(ANSA) - MILANO, 21 GIU - Papa Benedetto XVI, Rita Levi Montalcini e Gerry Scotti sono i personaggi piu' sinceri d'Italia. Sono loro, infatti, a salire sul podio della classifica stilata da Astra Ricerche nell'ambito dell'indagine 'Italiani sinceri ma non troppo'. E se alle spalle dei vincitori si posizionano, tra gli altri, Pippo Baudo, Beppe Grillo, Maurizio Costanzo, Paolo Bonolis e Umberto Veronesi.

Svelato il finale di Harry Potter per colpa del Papa? :-)


Ecco come finirà la saga di Harry Potter Un hacker britannico sostiene di aver rubato dai computer

LONDRA (GRAN BRETAGNA) - Un hacker sostiene di aver scoperto il segreto dei segreti, ovvero come finisce il nuovo libro di Harry Potter (che uscirà il prossimo 21 luglio) e di sapere, perciò, quali saranno i due personaggi della saga che alla fine moriranno.
MESSAGGIO SUL WEB - Il pirata informatico, che si fa chiamare “Gabriel”, ha postato il messaggio su un noto sito di hacker, spiegando di aver “rubato” il plot di “Harry Potter and the Deathly Hallows” direttamente dal computer di un impiegato della Bloomsbury, la casa editrice di J. K. Rowling. In un inglese meno che perfetto, “Gabriel” spiffera tutti i dettagli della storia del maghetto, fino ai nomi dei due personaggi assolutamente non secondari che nel settimo libro moriranno, come del resto anticipato dalla stessa autrice. Ovviamente, nel post l’hacker ci tiene anche a raccontare come ha fatto a portare a termine la sua fraudolenta missione e spiega che si sarebbe limitato a mandare una mail infetta a uno che lavora nella casa editrice: «E’ stata una delle più semplici strategie d’attacco – si legge nel messaggio – ed è davvero incredibile il numero delle persone all’interno di Bloomsbury che sono in possesso del libro e delle bozze».

MOTIVAZIONI RELIGIOSE - A suo dire, a spingerlo ad agire sarebbe stata la religione: «L’ho fatto per seguire le preziose parole pronunciate dal grande Papa Benedetto XVI, quand’era ancora il Cardinale Ratzinger, nelle quali sosteneva come Harry Potter spingesse i giovani verso il neo Paganesimo». A quanto si sa, la casa editrice, che si aspetta di vendere qualcosa come tre milioni di copie il giorno stesso della pubblicazione dell’attesissimo volume, avrebbe preso severissime misure di sicurezza per evitare fughe di notizie e finora non avrebbe commentato il possibile attacco subito dall’hacker né, tantomeno, l’eventuale denuncia alla Polizia. «Su Internet girano un sacco di presunte versioni del libro – ha spiegato un portavoce – e noi non ne confermiamo né smentiamo nessuna». Il controverso post di “Gabriel” è stato scovato dalla “PC Tools”, un’azienda di software, che di routine controlla i principali siti degli hackers ma nemmeno i suoi tecnici sono stati in grado di stabilirne l’autenticità.

VERITA' O MENZOGNA - «Se è vero? Solo due persone possono rispondere a questo quesito – ha spiegato un esperto della PC Tools – ovvero l’hacker e l’editore. Se è possibile? Certamente sì». Già nel 2003, in concomitanza con l’uscita del quinto libro di Harry Potter (“Harry Potter e l'Ordine della Fenice”, di cui si attende il film il prossimo mese), un autista di camion venne accusato di aver sottratto illegalmente delle pagine del volume da una tipografia nel Suffolk per venderle a un tabloid. E mentre cresce l’attesa per il settimo sigillo della Rowling (i cui libri hanno finora venduto 325 milioni di copie in tutto il mondo e sono stati tradotti in 64 lingue), uno studente inglese di Williton, nel Somerset, ha messo in vendita una rara prima edizione del suo primo Harry Potter (“Harry Potter e la Pietra filosofale”) per pagarsi gli studi ad Oxford. Il diciannovenne Toby Rundle, questo il suo nome, spera di racimolare almeno 15.000 sterline (oltre 22.000 euro) per iscriversi alla prestigiosa università, visto che la sua versione rilegata del volume della Rowling è una delle 500 inizialmente pubblicate nel 1997.

Chi volesse conoscere il presunto finale dell'ultimo libro della saga deve cliccare qui: Harry Potter - La fine

Simona Marchetti

CORRIERE.IT

Lo "sguardo Borghese" sull’uomo Ratzinger


“GLI INCONTRI DEL CARLINO”

Lo sguardo Borghese sull’uomo Ratzinger

Sala gremita per la scrittrice

«C’ERO ANCH’IO alla Messa “riparatrice” in San Luca... la Basilica era gremita di persone, ma purtroppo sono dovuta andare via prima della fine». E poi cita il Papa Alessandra Borghese, ospite l’altra sera dell’ultimo degli “Incontri del Carlino” rispondendo a una domanda di Giancarlo Mazzuca, direttore di QN e de ‘il Resto del Carlino’ che l’intervistava. «In un incontro a Verona in cui ha fatto una breve analisi della nostra società, il Papa, secondo me ha detto le parole giuste. Da un punto di vista il popolo italiano è attratto da una società menefreghista, materialista, liberalista e consumista, dall’altro comunque la fede è ben radicata, grazie alle parrocchie, e c’è molta devozione. Benedetto XVI crede che l’Italia possa essere il baluardo della rievangelizzazione dell’Europa. Crede che il popolo italiano possa dimostrare una solida devozione come ha dimostrato al Family Day».
La domanda, ovviamente, riguardava l’offensiva contro la Chiesa, il Papa e i livelli blasfemi che sono stati raggiunti nell’ultimo periodo. L’incontro, introdotto dal presidente del Centro culturale “Manfredini”, Paolo Vestrucci, si è tenuto nella sala di rappresentanza della Banca di Bologna, l’Oratorio San Giovanni Battista dei Fiorentini in Corte de’ Galluzzi. In questa occasione la principessa Borghese ha presentato il suo ultimo libro Sulle tracce di Joseph Ratzinger (Edizioni Cantagalli), dove ripercorre la vita di quel ragazzo che poi diventerà cardinale nella sua città d’origine, Monaco di Baviera, e che sarà Papa con il nome di Benedetto XVI.

«Scoprendo la sua terra natale e la sua famiglia, si capisce che il percorso che ha fatto è stato sicuramente segnato dalla sua famiglia e dall’amore viscerale che ha sempre nutrito per quei luoghi, in cui torna appena possibile. E’ una persona che crede in tre valori fondamentali: la famiglia come simbolo del nucleo della società, la fede e la tradizione per le festività».

La scrittrice, nell’occasione, ha ricevuto da Mazzuca la moneta “Carlino d’oro” e una targa che riproduce la prima pagina del primo numero del nostro giornale. E l’amica Patrizia Sturiale Trimarchi le ha consegnato l’anello simbolo del premio nazionale Profilo Donna, che si è aggiudicata per le sue doti di giornalista e scrittrice nei giorni scorsi. Prima dell’incontro pubblico si era tenuto un cocktail, strettamente ad inviti, in onore della scrittrice al ristorante Neoclassico del Royal Hotel Carlton.
Carlotta Fabbri

Quotidiano nazionale (Bologna), 21 giugno 2007

mercoledì 20 giugno 2007

Benedetto XVI visitera' probabilmente il fratello di Papa Luciani durante le vacanze in Cadore


Due Angelus a Lorenzago

Intanto si mettono reti attorno alla casa

LE VACANZE DEL PAPA

LORENZAGO. Due Angelus, uno per i trevisani e l’altro per i cadorini ed i bellunesi. Il primo al castello Mirabello, domenica 15 luglio. Il secondo, in piazza a Lorenzago, il 22. E, tra le visite private del pontefice, prende consistenza un volo a Canale d’Agordo per pregare nella chiesa arcipetrale con la statua di Papa Luciani e per incontrare Edoardo Luciani, il fratello. Sono le ultime novità sul prossimo soggiorno di Ratzinger ai piedi del Cridola. I dettagli, per quanto riguarda la preghiera mariana dell’Angelus, sono stati messi a punto lunedì, nell’incontro a Lorenzago tra i vescovi di Treviso e di Belluno e una una delegazione vaticana formata tra l’altro dal segretario del Papa.

Benedetto «concede» due Angelus al Cadore

Ma il primo (quello in mondovisione) sarà riservato alla diocesi di Treviso

LORENZAGO. Due Angelus, uno per i trevisani e l’altro per i cadorini ed i bellunesi. Il primo al castello Mirabello, domenica 15 luglio. Il secondo, in piazza a Lorenzago, il 22. E, tra le visite private del pontefice, prende consistenza un volo a Canale d’Agordo per pregare nella chiesa arcipetrale con la statua di Papa Luciani e per incontrare Edoardo Luciani, il fratello, nella casa natale di Albino. Sono le ultime novità sul prossimo soggiorno di Ratzinger ai piedi del Cridola. I dettagli, per quanto riguarda la preghiera mariana dell’Angelus, sono stati messi a punto lunedì, nell’incontro a Lorenzago tra i vescovi di Treviso, Mazzocato, e di Belluno, Andrich, una delegazione vaticana composta fra gli altri dal segretario di Benedetto XVI, padre Georg, e dal capo della Gendarmeria, Giani, e i responsabili del Corpo forestale dello Stato, De Nicolò e Colleselli (c’era anche di Munari, dei Servizi Forestali). Il primo Angelus è stato riservato alla diocesi di Treviso (ma non mancherà una rappresentanza bellunese), che ospita il Papa dal 9 luglio. L’appuntamento, tuttavia, non è presso la residenza, come accadeva con Wojtyla, che presiedeva la celebrazione dal pianerottolo della casa. E’ stato trasferito, per motivi di privacy e di sicurezza, sul piazzale del Castello, dove c’è un ampio spazio e dove è stato recuperato anche un pianerottolo. La Chiesa trevigiana sta organizzando la partecipazione di rappresentanti delle varie associazioni cattoliche. Alla celebrazione, che sarà trasmessa in diretta mondiale dal Centro televisivo vaticano, assisteranno anche i giornalisti accreditati. Il secondo Angelus, quello di domenica 22, sarà invece tutto per i bellunesi. Ieri il sindaco Mario Tremonti ha ricevuto conferma ufficiale direttamente dalla Santa Sede che il Papa incontrerà la comunità locale, il Cadore ed i bellunesi direttamente in paese. Il palco sarà installato non davanti alla facciata della chiesa, quindi sotto il campanile, ma sul versante laterale, per essere visibile a 180 gradi. Avrà per sfondo una lunga teoria di facciate di case, i cui balconi saranno tappezzati di drappi, oltre che di bandiere vaticane e tricolori. Sarà in questa circostanza che il Papa verrà omaggiato anche dalle istituzioni pubbliche e in particolare dalla Magnifica. E’ in considerazione di questo nuovo evento che gli ambienti vicini alla parrocchia insistono perché in questo mese sia finalmente tinteggiato l’artistico campanile, come avvennne nel 1987, la prima volta di Giovanni Paolo II al Mirabello. Il Comune ha deciso l’opera, ha anche le risorse, ma è difficile trovare un’impresa che in così breve tempo si accolli l’onere. Sarà completato per la circostanza anche l’arredo della nuova piazza, con la predisposizione dei fari che dal basso illuminano la chiesa del paese. Intanto i Servizi forestali hanno provveduto ad abbellire l’ambiente con dei tronchetti che funzionano da fioriere.
Francesco Dal Mas

Corriere delle Alpi, 20 giugno 2007

Vedi anche:

Joseph Ratzinger e Albino Luciani

PAROLE DI SUA SANTITÀ BENEDETTO XVI AL TERMINE DELLA PROIEZIONE DEL FILM "PAPA LUCIANI: IL SORRISO DI DIO"

LETTERA DI GIOVANNI PAOLO I AL CARDINALE RATZINGER, ARCIVESCOVO DI MONACO E FRISINGA, LEGATO PONTIFICIO AL CONGRESSO MARIANO IN EQUADOR (in portoghese)

IL PAPA IN LIGURIA ENTRO SETTEMBRE 2008


Il Papa in Liguria

Papa Benedetto XVI sarà in Liguria.

La visita toccherà la Madonna della Guardia a Genova, il Santuario di Savona e forse una terza località dell’estremo ponente ligure.

A confermarlo è stato monsignor Angelo Bagnasco, presidente della Cei e arcivescovo del capoluogo ligure.

Non si conosce la data, che viene collocata “nell’arco del prossimo anno ecclesiatico”, un periodo che parte il primo settembre 2007 per concludersi l’estate successiva.

Intanto a Rapallo c’è attesa per la visita del segretario di stato Vaticano, Tarcisio Bertone, che presenzierà alle celebrazioni per il 450esimo anniversario della Madonna di Montallegro.

Il Secolo XIX, 20 giugno 2007

martedì 19 giugno 2007

Giorello: Pretendere che Ratzinger non faccia il suo mestiere è curioso


Giulio Giorello commenta il libro con Affari. "Pretendere che Ratzinger non faccia il suo mestiere è curioso..."

Giulio Giorello

"Pretendere che Ratzinger non faccia il suo mestiere è curioso". Giulio Giorello, docente di Filosofia della Scienza all'Università degli studi di Milano, commenta con Affari la figura del Papa e la sua 'filosofia'. "Credo che il relativismo sia uno strumento importante per un mondo più civile e rispettoso, ma essere relativisti significa anche comprendere posizioni 'assolutistiche' come quella del Papa. Che gli 'assoluti' delle varie filosofie possano scontrarsi liberamente".

Nel libro del professor Martelli* si parla di Ratzinger e della sua 'filosofia' e si teorizza un relativismo democratico...

"E' un libro di alto impegno cvile. La proposta dell'autore è più che ragionevole: il relativismo democratico, ovvero il saper riconoscere il valore di correnti di pensiero e filosofie differenti dalla nostra, è un ottimo strumento per un mondo più civile e rispettoso della diversità".

Come si conciliano il relativismo e la pretesa della filosofia di cercare la verità?

"Sono sempre esistite e devono esistere delle filosofie che esprimono la verità sul mondo. E' vero, la filosofia è pensiero critico e autocritico radicato a una determinata contingenza storica, ma non può essere identificata col relativismo".

I Dico, ora il gay pride. Come è possibile il dialogo?

"Voglio parlare filosoficamente. La filosofia è in costante tensione tra sapere, affermare una verità, o non sapere, porsi delle questioni. Lasciamo che esistano tendenze e 'pensieri differenti' senza chiedere a nessuno di rinunciare al proprio credo. Mi viene da dire: che gli 'assoluti' emergano e si scontrino liberamente. La tensione tra il sapere e non sapere è insita nella filosofia e nella religione. Martin Lutero ad esempio è colui che constata la finitezza umana ma poi rivela delle verità. L'Islam, in tutta la sua linea eterodossa, è molto relativista".

Esempi nella storia della filosofia?

"Pensiamo a Platone, Aristotele. Ci sono stati 'filosofi assoluti' molto importanti. Platone è stato considerato un grande assolutista, filosofo totalitario. E' la lettura data dagli autori liberali britannici nell'800, della quale risente tutto l'attacco a Platone che culmina poi nel 900 con Karl Popper in 'La società aperta e i suoi nemici'. Ma c'è anche un Platone accademico, più scettico, che mina le certezze assolute e solleva problemi, attraverso la figura di Socrate. Lo stesso avviene con Hegel, Husserl e Heidegger".

E Ratzinger?

"Pretendere che Ratzinger non faccia il suo mestiere è curioso. Ha un pensiero preciso per cui la verità è raggiungibile in un modo preciso. Lui predica una felice congiunzione di fede e ragione, 'fides et ratio' per dirla con Giovanni Paolo II. Quindi rivelazione ed esercizio razionale su se stessi. E' una posizione ineccepibile. Guai se un relativista imponesse agli altri una posizione. Sono invece insopportabili certe caricature del pensiero di Ratzinger fatte dai Teocon, sui quali si scaglia anche Martelli. E il fatto che uno di questi sia stato presidente del Senato, non migliora la situazione. Marcello Pera è un filosofo mediocre e teologo ignorante. Non metterei Ratzinger sullo stesso piano. Se dovessi fare una crociera non la farei mai con Pera, ma con Ratzinger sì e mi divertirei anche..."

Virginia Perini

Affari italiani

* Michele Martelli e' l'autore del libro "Senza dogmi". L'antifilosofia di Papa Ratzinger.

Mai un Papa aveva suscitato tanto interesse nei suoi oppositori :-)
Raffaella

Alessandra Borghese: il Papa? Un uomo sereno, dolce, amabile



(nella foto il Papa con Alessandra Borghese)

Alessandra Borghese sulle tracce della fede
La scrittrice per ‘‘Gli incontri del Carlino’’

di GIUSY PALUMBO

E’ “SULLE TRACCE di Joseph Ratzinger” che Alessandra Borghese ha trovato anche se stessa, raccontando un viaggio fisico e spirituale in terra di Baviera, in mezzo alle tradizioni, i costumi e le tante sfumature dei luoghi, sia sacri che intimi, frequentati dal papa. Come se la vita dell’uomo Ratzinger non si potesse scindere da quella del Papa Benedetto XVI, per il semplice fatto che la fede non è un abito che s’indossa, non è solo nella liturgia o nella preghiera, ma è in ogni istante, in ogni gesto quotidiano.
E’ con questo sguardo trasparente che Alessandra Borghese comunica un’esperienza di fede “naturale”, interna all’anima, che le ha reso la vita «più completa, più bella, più vera».
Prima dell’incontro di stasera alle 21 all’Oratorio dei Fiorentini in occasione della presentazione del suo ultimo libro (Sulle tracce di Joseph Ratzinger, Edizioni Cantagalli) per “Gli incontri del Carlino” in collaborazione con il Centro Manfredini, è l’autrice stessa a raccontare Joseph Ratzinger, conosciuto nel 1998 a Roma, prima che diventasse Papa.

Ha deciso di scrivere il libro perché già lo conosceva personalmente?

«Sicuramente conoscere un cardinale, ammirarlo e seguirlo... poi ritrovarselo Papa è una sensazione e un’esperienza unica in una vita. Ma la cosa che più mi lega a Joseph Ratzinger è la fede».

Cosa ha scoperto seguendo le sue tracce?

«Uno splendido paese, la terra natale del nostro amato papa. Le tradizioni, le usanze, e un po’ di storia percorrendo i sentieri, le strade e i passi di Benedetto XVI».

Com’è l’uomo Ratzinger?

«Un uomo sereno, dolce, amabile. Un uomo di fede, illuminato dalla grazia».

E il momento preciso in cui lei, Alessandra Borghese, ha incontrato la fede?

«Come ho descritto nel mio libro Con occhi nuovi, è stata la Provvidenza a farmi riabbracciare la fede proprio sulle rive di un fiume bavarese. Direi che la mia conversione è stata piuttosto banale, piano piano molti pregiudizi verso la religione e la chiesa sono crollati».

Prima che lei avesse “sete di Dio” come ha superato i momenti difficili della vita?

«Con grinta e disciplina».

Cosa vede guardandosi indietro. Rinnega qualche scelta?

«Non rinnego nulla, tutto serve, anche certi sbagli... possono prepararci a gustare ancora di più il ritorno a casa».

Nel suo ambiente ha mai avvertito ostilità o superficialità rispetto alla sua scelta di vita?

«Sappiamo bene che non è facile essere profeti in patria, non lo è stato per nessuno, neanche per Gesù Cristo».

Ciò dipende dal rapporto tra fede e cultura?

«Credo che troppo spesso questo rapporto sia assente. Bisognerebbe fare di più».

Per citare un luogo comune, secondo lei, oggi “non c'è più religione”?

«Oggi c’è molta confusione, superficialità e menefreghismo».

E riguardo al confronto-scontro sempre più evidente in Italia tra Islam e religione cattolica?

«Una nuova realtà è sotto i nostri occhi. E’ importante conoscere le proprie radici e tradizioni per poter dialogare con gli altri. Bisogna proporre il messaggio evangelico, non imporlo».

© Copyright Quotidiano nazionale, 19 giugno 2007

lunedì 18 giugno 2007

Il Papa sbanca l'auditel: 28 e 34 % di share!


Nel mattino di Raiuno la lunga diretta per la visita ad Assisi di Benedetto XVI e' stata seguita da 1 milione 873mila telespettatori e ha registrato il 29.26 di share; la Santa Messa il 28.60% di share con 1 milione 808mila telespettatori, mentre per la recita dell'Angelus i telespettatori erano 2 milioni 401mila pari al 34.03% di share.

Ufficio stampa Rai

Boom di vendite per "Gesu' di Nazaret" in Italia e Francia


"Gesu' di Nazaret" si piazza stabilmente al secondo posto della classifica generale francese e per la quarta settimana consecutiva e' al secondo posto della classifica della saggistica italiana, un vero record!

CLASSIFICA FRANCESE

CLASSIFICA ITALIANA

domenica 17 giugno 2007

IL PAPA PREGA SULLA TOMBA DI SAN FRANCESCO, LO GUIDA PADRE COLI



Momento di adorazione sotto la Basilica Inferiore di Assisi

Assisi (PG), 17 giu. (Apcom) - Una sosta privata ai piedi della tomba di San Francesco di Assisi: il Papa ha voluto così rendere omaggio alla tomba che raccoglie il corpo del Poverello, sotto la Basilica Inferiore.

Al termine della solenne celebrazione nella piazza assisana, Benedetto XVI, dopo aver salutato una delegazione di autorità locali, ha infatti visitato privatamente la Tomba di San Francesco, guidato dal custode del Sacro Convento, padre Vincenzo Coli.

A pranzo con il Papa...


PAPA/ A PRANZO CON PRODI, VINO ABRUZZESE E TORTA PONTIFICIA
Il menu: ravioli, coniglio e bistecca. Ma prima la preghiera

Assisi (PG), 17 giu. (Apcom) - Il Papa in un tavolo al centro del Refettorio. Accanto a lui il presidente del Consiglio Romano Prodi, da un lato e dall'altro il cardinale Attilio Nicora. Intorno al tavolo d'onore un grande tavolo rettangolare per accogliere i circa 300 commensali. Nel tavolo del Papa anche il vescovo di Assisi, monsignor Domenico Sorrentino, la moglie di Prodi, Flavia e il padre generale dei francescani, padre Marco Testa.

Il Papa arriva tra gli applausi dei frati e degli ospiti. La preghiera di benedizione in latino per iniziare. Poi al via con i pasti: per antipasto prosciutto e crocchette di patate. A seguire ravioli al sugo, fagottino di coniglio accompagnato da una bistecca. Per contorno: insalata e carciofi. Il tutto servito con un buon vino rosso abruzzese.

Infine la torta disegnata appositamente con lo stemma papale. Benedetto XVI si è alzato in piedi per il taglio della torta, tra i calorosi applausi della mensa. Nessun discorso: solo un breve ringraziamento per "la bella giornata".

A quanto racconta chi ha avuto modo di partecipare al pranzo è stato un clima festoso e cordiale, condito con momenti di applausi e di fraternità.

sabato 16 giugno 2007

Assisi: per il Papa una stola, un libro, una lampada e l'affetto delle Clarisse


PAPA/ VISITA ASSISI, IN DONO UNA STOLA, UN LIBRO E UNA LAMPADA
Cittadina in attesa gioiosa, tutto pronto per arrivo Pontefice

Assisi (Perugia), 16 giu. (Apcom) - Sono tanti i doni che la diocesi di Assisi e il sacro convento di San Francesco hanno pensato per la visita di Benedetto XVI nella cittadina umbra. "Noi francescani gli regaleremo una stola rossa che speriamo indosserà già nel pomeriggio - ha detto padre Enzo Fortunato, direttore della sala stampa del sacro convento - una lampada in vetro di Murrina che rappresenta la luce e un altorilievo del Pomodoro intitolato 'L'amore e la luce spezzano le tenebre e l'odio'". In dono a Benedetto XVI sarà dato anche un libro-raccolta con le testimonianze della vita su San Francesco di alcune personalità e personaggi che hanno visitato la città di Assisi.

"Da parte della diocesi - ha affermato il vescovo di Assisi, monsignor Domenico Sorrentino - anche noi doneremo una casula bianca, una rilettura artistica dell'esperienza di San Damiano, un bassorilievo dell'artista Gattolini e un'offerta in denaro a un lebbrosario nel mondo, al momento di circa 50mila euro".

Tutto pronto, intanto, ad Assisi per l'arrivo domani mattina alle 8.20 di Benedetto XVI. Le guardie vaticane stanno effettuando i sopralluoghi nei vari punti che papa Ratzinger visiterà a Santa Maria degli Angeli e ad Assisi. I giovani della diocesi stanno facendo le ultime prove dello spettacolo che a partire dalle 15 di domani metteranno in scena in attesa dell'arrivo del Pontefice: un musical intitolato 'Va', ripara la mia casa', con balletti e canzoni composte per l'occasione dai giovani. E ancora, gli uomini delle pulizie stanno sistemando il mega-palco allestito davanti alla basilica inferiore di San Francesco dove Papa Ratzinger celebrerà la solenne messa dalle 10.

Per le strade sventolano le bandiere bianco-gialle del Vaticano e i cartelli 'Benvenuto Benedetto XVI'.

Emozione anche per le clarisse tedesche che domani - eccezionalmente - avranno il permesso di uscire dal convento di clausura per incontrare il Papa tedesco. "In dono porteremo le nostre preghiere", ha detto la superiora suor Immacolata, che ci ha ricevuto nella sede del convento rimanendo però dietro la grata. "Ratzinger è un uomo semplice, non è cambiato anche se è diventato Papa e viviamo questo momento con un sentimento di gioia, un po' di paura, ma ciascuna di noi avrà l'occasione per salutare personalmente il Papa".

E' andato in pensione il fotografo dei Papi


(nella foto il Papa ordina il figlio del fotografo Arturo Mari)

Pubblichiamo l'intervista di Marco Tosatti ad Arturo Mari. Purtroppo Papa Benedetto e' stato completamente ignorato (ma tu guarda!). All'articolo segue un mio commento.
Raffaella

“L’attimo fuggente dei miei sei Papi”

E’ andato in pensione il fotografo del Vaticano

MARCO TOSATTI

L’hanno chiamato «l’istantanea di Dio»: Arturo Mari, classe 1940, fotografo di sei papi, va in pensione. «Dolcemente», precisa; nel senso che non si abbandona da un momento all’altro una vita intera. Perché la prima foto l’ha scattata il 9 marzo del 1956, regnante Pio XII; e da allora sono passati quarantun anni di pontefici visti attraverso l’obiettivo dell’apparecchio fotografico.
Non c’è stata cerimonia, udienza, incontro in cui non si vedesse sgusciare intorno al Pontefice la figura tarchiata, impeccabile nell’abito scuro, camicia bianca e cravatta scura, di questo romano autentico. Salvo una: il 29 aprile scorso Benedetto XVI ha ordinato ventidue nuovi sacerdoti, e fra di essi anche Rugel Juan Carlos Mari, dei Legionari di Cristo. Era la prima volta che il padre non seguiva la cerimonia con le macchine fotografiche a tracolla. Ha assistito al rito da invitato e in prima fila, con la sua famiglia, ed è stato il primo a ricevere la comunione dal Papa.
Nelle sue parole un ricordo dei sei papi con cui ha vissuto (dice una leggenda: mai un giorno di vacanza, mai un giorno di malattia).

Che cosa colpiva di più in Pio XII?

«Questa figura alta, ieratica, metteva soggezione. Un uomo possente».

E Giovanni XXIII come era?

«Buono, molto energico. La Chiesa cominciava ad aprire le porte; il Papa cominciava a uscire, c’erano le prime visite: il Carcere di Regina Coeli, l’ospedale del Bambin Gesù, le prime parrocchie; era tutto nuovo...all'improvviso, è stato uno choc. Cambiava tutto, anche per il fotografo, il Papa era in mezzo alla gente».

Di Paolo VI qual è il ricordo?

«Paolo VI: una persona con una mente enorme, timido, chiuso. I papi non sono difficili da fotografare, ma devi sentire la persona com'è. Devi “entrare” nella persona, questo è il segreto; sentire come e cosa trasmettono; perché trasmettono, eccome. E con Paolo VI ci sono state nuove emozioni: il primo viaggio all'estero, il primo Papa che ha viaggiato su un aereo, in Terrasanta, il 4 gennaio 1964. Una cosa enorme, non sembrava vero, appariva una cosa dell'altro mondo, il papa fuori del Vaticano, lì in Giordania, ad Amman, la neve, il freddo. Tutta la scena era emozionante. Ti dava carica e fervore. Altre scene, il contatto con la gente, era bellissimo».

E poi la «parentesi» Luciani. L’ha fotografato?

«Sì, sono stato l'unico che ha fatto le fotografie ufficiali. E ho scattato fotografie famose, quelle nei Giardini vaticani. C'è una fotografia che ha fatto un po' storia. Giovanni Paolo I, ripreso di spalle, mentre si avvia lungo il viale dei pini. Si vede quest'immagine di spalle che cammina; molto melanconica, sembra quasi una premonizione».

Che cosa trasmetteva Papa Luciani, mentre era fotograto?

«Era talmente umile, talmente buono, che oddìo sembrava quasi che tu gli togliessi qualche cosa di personale, dava un senso di tenerezza enorme».

Seguito da quel ciclone mediatico che è stato Papa Wojtyla...

«Un leone, un profeta. Per me è stato come mio papà, quello che non ha fatto per me, dal lato umano, e dal punto di vista fotografico....Non troverei un aggettivo per definire tutta la situazione».

Che ricordo ne ha?

«Era molto buono...Posso raccontare un aneddoto, una stupidaggine, per fare una risata. Eravamo a Lagos, in Nigeria. Siamo rientrati alle 14.30 del pomeriggio. Abbiamo trovato ad aspettarci persone del luogo; eravamo fradici di sudore, faceva un caldo impossibile. Abbiamo scatto foto con queste persone. E subito dopo ho nascosto le macchine dietro una pianta, e mi sono infilato in un corridoio che portava all'appartamento del Santo Padre; però portava anche alla cucina. Corro al frigorifero, lo apro, prendo una bottiglia d'acqua. Sento una pacca sulle spalle, mi giro, credevo fosse un amico della Radio vaticana che era sempre con me, e gli dico: aspetta un mom...Non faccio in tempo a finire che sento la voce: “Rimarrà un po' d'acqua per il Papa“? E poi nei lebbrosari, che cosa non ha fatto con i lebbrosi. Li baciava in faccia, li toccava, queste sono cose che non si possono dimenticare».

Qual è il suo ricordo più bello?

«Sicuramente quando Giovanni Paolo II, sei ore prima di morire, mi ha mandato a chiamare per ringraziarmi per quello che avevo fatto per lui. Il Santo Padre era disteso sul suo letto, io sono entrato e mi sono inginocchiato. Il suo segretario, don Stanislao, gli ha detto in polacco "Santità, Arturo è qui"; lui si è voltato verso di me e mi ha detto: "Arturo, grazie di cuore per tutto"».

La Stampa, 16 giugno 2007

E Papa Ratzinger? Ho sentito Arturo Mari dire cose bellissime su Benedetto XVI. Peccato che l'intervistatore non abbia sentito il bisogno di chiedere nulla o che il giornale abbia tagliato domande e risposte.
Forse si aveva paura di "umanizzare" troppo il Papa? Mai come adesso sento il bisogno di rileggere l'articolo di Fra Sistino per Petrus:


Fra Sistino, un uomo...un mito (2)

Raffaella

venerdì 15 giugno 2007

Il Papa firma i francobolli emessi per il suo compleanno


Papa Benedetto XVI firma i suoi francobolli

Di Francesco De Carlo

In occasione della visita del 31 maggio scorso al Governatorato, dove ha incontrato i dipendenti del Vaticano, il Pontefice ha firmato alcuni fogli di francobolli recentemente emessi per celebrare il suo ottantesimo genetliaco. I fogli, allestiti in un prestigioso folder in pelle che Papa Ratzinger ha accettato ben volentieri di siglare, verranno conservati nel Museo Filatelico e Numismatico, che riaprirà il 25 settembre.

Papa Benedetto XVI, in occasione della sua recente visita presso la sede del Governatorato della Città del Vaticano, ha siglato personalmente alcuni fogli dei francobolli recentemente emessi per il suo 80mo compleanno.

Il Papa ha accettato di buon grado: si è seduto ad un tavolino allestito appositamente e ha firmato per esteso con "Benidictus P.P. XVI" il bordo di tre foglietti predisposti su un foglio di pergmaino, all'interno di un prestigioso folder in pelle.

L'iniziativa, voluta dal direttore dell'Ufficio Filatelico, Pier Paolo Francini, ha avuto luogo il 31 maggio scorso, al termine
della visita che il Pontefice ha fatto ai "suoi" dipendenti presso il Governatorato dove è stato accolto dal presidente, Mons. Giovanni Lajolo e dal Card. Tarcisio Bertone, Segretario di Stato Vaticano. Il Papa ha benedetto una pala dell'altare della cappella del palazzo del Governatorato, appena restaurata, raffigurante una Madonna con Bambino del 1516 di Francesco Melanzio e l'organo anch'esso restaurato, a 1012 canne, suonato per l'occasione dal maestro Libertucci.

I francobolli firmati da Papa Ratzinger verranno conservati nel Museo Filatelico e Numismatico della Città del Vaticano che riaprirà i battenti il 25 settembre prossimo e con un nuovo allestimento all'interno di una sala dei Musei Vaticani.


Vedi anche:

SPECIALE: IL COMPLEANNO DEL PAPA

Un cappello ed un pallone per il Papa


Alla fine dell'udienza generale, per ripararsi dal sole, Papa Benedetto ha indossato nuovamente il copricapo rosso, detto "galero".
Simpatico fuoriprogramma: un gruppo di fedeli gli regala un pallone da calcio.

Ma tu guarda: Papa Benedetto conquista anche la laicissima Francia


Le livre du pape, n° 2 en France (derrière le best-seller politrico-people du moment)
Au tableau des meilleures ventes, il talonne maintenant La femme fatale :

Il libro del Papa al secondo posto in Francia (dopo il best seller politico-popolare del momento)
Nella classifica dei libri piu' venduti, il libro del Papa tallona ora "La donna fatale":

CLASSIFICA DEI LIBRI PIU' VENDUTI IN FRANCIA

Sachant que le livre Jésus de Nazareth va droit à l’essentiel, son succès en librairie est un signe. Il révèle un regain d’intérêt envers le christianisme en tant que foi et histoire. Seul le christianisme croyant a quelque chose à dire aux individus d’aujourd’hui ; le vieux postchristianisme sécularisé (façon 1970) n’intéresse plus personne...

Sapendo che il libro "Gesu' di Nazaret" va dritto all'essenziale, il suo successo in libreria e' un segno.
Esso rivela un ritorno di interesse verso il Cristianesimo in quanto a fede e storia.
Solo il Cristianesimo credente ha qualcosa da dire agli uomini di oggi; il vecchio postcristianesimo secolarizzato (stile 1970) non interessa piu' nessuno...

Dal blog di Patrice de Plunkett

Grazie alla nostra cara Luisa per la segnalazione :-))
Sottoscrivo piu' e piu' volte il commento di Plunkett e mi fa molto piacere che anche in Francia, grazie a Papa Benedetto, si riscopra l'essenzilita' del messaggio cristiano!! In una settimana "Gesu' di Nazaret" e' balzato al secondo posto nelle vendite e tallona molto da vicino il libro-scandalo sulla Royal ed il compagno
.
Raffaella

Curiosita': il Papa lascia il Vaticano prima di Bush


PAPA: RICEVE BUSH, POI ESCE DAL VATICANO PER VISITA A CHIESE ORIENTALI

(ASCA) - Citta' del Vaticano, 9 giu - Inedita uscita del papa dal Vaticano mentre Bush era ancora nel Palazzo apostolico. Non era ancora terminato il colloquio del Presidente americano con il cardinale Bertone, quando il papa e' sceso nel cortile di san Damaso, dove tutto era predisposto per salutare il Presidenmte americano, e' salito in auto con le nandierine bianche e gialle e si e' recato in via dell'Erba, in visita al dicastero per le chiese orientali. In questo dicastero infatti oggi e' stato nominato il nuovo Prefetto. E' mons.Leonardo Sandri, finora sostituto alla segreteria di Stato.


IL PAPA LASCIA VATICANO 'INSIEME' A BUSH E VISITA CHIESE ORIENTALI
Bloccata tutta via della Conciliazione per 'doppio' passaggio

Città del Vaticano, 9 giu. (Apcom) - Il Papa ha lasciato, quasi contemporaneamente al presidente statunitense George W. Bush, il Palazzo apostolico vaticano per fare visita alla Congregazione delle Chiese orientali, in occasione del 90esimo anniversario del dicastero.

Benedetto XVI è stato accolto dal cardinale Ignazio Moussa I Daoud e da monsignor Leonardo Sandri, che da oggi è il nuovo prefetto della Congregazione per le Chiese orientali.

A bordo della vettura Scv 1, Papa Ratzinger ha fatto ingresso alla congregazione da dietro Via della Conciliazione, per evitare il 'traffico' dalla piazza vaticana, blindata per il passaggio di Bush e del corteo presidenziale.

La gaffe di Bush davanti al Papa


Gaffe Bush, chiama Benedetto XVI "Sir"

Il presidente statunitense, George W. Bush, si è rivolto a Benedetto XVI chiamandolo più volte con la parole "Sir" (signore) , anzichè con l'appellativo più formale di 'His Holyness' (sua santità). Lo hanno riferito i giornalisti del pool che hanno assistito all'inizio del colloquio privato nello studio del pontefice. Infatti, quando Ratzinger ha chiesto al suo ospite se, dopo l'udienza, avrebbe ricevuto i rappresentanti di Sant'Egidio all'ambasciata Usa, il presidente ha risposto con chiarezza: "Yes, sir".

VITAMINA B16, il nuovo best seller del Papa


Titolo: VITAMINA B16
Autore: Benedetto XVI
Collana: Segni
Numero codice: 501001
Pagine: 60
Prezzo: € 7,00


L’involucro è del tutto simile a una scatola medicinale. All’interno, però, non vi sono farmaci ma 120 “compresse di magistero”. Inaugurano la “farmacia dell’anima”, nuova collana ED INSIEME, come le precedenti orientata alla divulgazione. B16 sta per Benedetto XVI, e la “vitamina” contenuta nella scatola di color giallo vaticano è la parola del Pontefice, nella chiarezza ed essenzialità caratterizzante. I pensieri sono tratti dalle sue omelie, dall’enciclica sulla carità, dai discorsi pronunciati in occasione di udienze e all’Angelus. La selezione privilegia i più densi fra i tanti. La proposta è originalissima: il contenuto è spirituale ma presentato nella forma e nel linguaggio tipici della cultura medico-scientifica. Riuscitissimo il connubio. Le caratteristiche, la natura e i contenuti della pubblicazione vengono riepilogati dal “bugiardino”, il foglietto illustrativo inserito in ogni scatola. Solo alcune voci. Categoria farmaco-terapeutica: il prodotto è un integratore spirituale. L’uso corretto e costante assicura il rafforzamento della fede, della speranza e della carità. Indicazioni: la vitamina B16 è particolarmente consigliata negli stati di astenia esistenziale. Posologia: una compressa al dì, salvo diversa indicazione. Se ne consiglia l’assunzione al mattino e la riflessione nel corso della giornata. È escluso il pericolo di assuefazione. Effetti dovuti alla sospensione del trattamento: relativismo etico e religioso, negatività nel rapporto con gli altri; disinteresse, egoismo, mancanza di dialogo e di condivisione di beni. E così via... fino all’accorata indicazione finale: Attenzione! Tenere il medicinale alla portata di tutti!

dal sito della ED INSIEME

Come si diventa "ambasciatore" del Papa?


Nella fabbrica dei nunzi

Professori-sergenti e assistenza ai poveri, così nascono gli ambasciatori del Papa

RAFFAELLO MASCI

ROMA

Il cibo è messicano, lievemente piccante, ma i complimenti sono per il pane fatto da un ragazzo bulgaro: un po’ ruvido, ma buonissimo. E’ la cena informale e autoprodotta che una trentina di studenti provenienti da 20 Paesi, fanno più o meno una volta al mese. Tutti parlano un buon italiano con vari accenti, ma virano frequentemente sull’inglese o sullo spagnolo. Sono ragazzi molto semplici, eppure basta una battuta, un riferimento lasciato cadere lì, e si capisce che sono coltissimi, preparatissimi, informati sulle cose del mondo.
Sono gli studenti dell’Accademia ecclesiastica pontificia - la «fabbrica dei nunzi», gli ambasciatori del papa - e la location è la terrazza della loro casa, collocata in un palazzo secentesco alle spalle del Pantheon, strategicamente piazzato tra il Vaticano, i palazzi romani del potere, le università pontificie e le mondanità del roof garden della Minerva.
Per capire quanto l’Accademia sia una scuola elitaria basta osservare i numeri: dal 1706 - anno di fondazione - a oggi gli allievi sono stati appena 1800, di questi cinque sono diventati papi, alcune centinaia cardinali, pressoché tutti gli altri vescovi o arcivescovi.

Il training

Ogni anno le candidature sono una trentina, le new entries dieci-dodici. Nessuno può autocandidarsi, ma devono essere i Vescovi a segnalare i nomi. I requisiti richiesti sono la giovane età (tra i 25 e i 33 anni), il fatto di essere già preti, di avere almeno una laurea religiosa e possibilmente una civile.
Dopo di che, per chi entra, comincia il training. Sveglia all’alba, preghiera, concelebrazione in una cappella che sembra un grande presbiterio (solo per celebranti, senza assemblea). Quindi ci si disperde nelle varie università pontificie per imparare a districarsi tra cavilli e sottigliezze del diritto canonico.
Al pomeriggio, dopo una pausa per guardare i giornali di mezzo mondo e conversare un attimo davanti a un caffè italiano, inizia la «preparazione peculiare»: diplomazia pontifica, stile diplomatico (cioè come scrivere i vari documenti), identità e antropologia del nunzio, economia, relazioni internazionali. E poi i seminari: una ventina l’anno, molto settoriali e continuamente aggiornati secondo le criticità del momento. Chiesa cattolica e islam, dialogo interreligioso, nazione e nazionalismo da un punto di vista cristiano, sette e new age, ecologia.

Professori-sergenti

Fior di professori muniti di esperienza sul campo e di porpora prelatizia sfilano ogni pomeriggio per quelle stanze. Ogni lezione evolve in dispensa e rimanda ad una bibliografia. Gli allievi si perdono, quindi, nella grande biblioteca: 15 mila volumi più le riviste, c’è la raccolta de «Le Monde diplomatique» e quella di «Limes», più decine di altre riviste internazionali. Su tutta questa preparazione, si innesta lo studio delle lingue, con professori-sergenti che devono inquadrare gli allievi affinché non solo parlino senza incertezze le lingue veicolari della politica internazionale, ma sappiano anche passare rapidamente dall’una all’altra. D’estate fanno gli stages di formazione: tre settimane in una nunziatura in giro per il mondo, dove imparano i protocolli di comportamento con ministri e monarchi, ma anche a conoscere i poveri e i diseredati, gli opulenti secolarizzati, le società atee e quelle fanatiche. Per la metà di loro tra due settimane ci saranno gli esami conclusivi in Segreteria di Stato e poi, via, in una sede estera.
«Ecco - dice il Vangelo di Matteo (10,16) - io vi mando come pecore in mezzo ai lupi, siate dunque prudenti come i serpenti e semplici come le colombe». I lupi sono la Cina che fa muro contro il cristianesimo, Timor Est che fa strage di cattolici, il Sudan della fame e delle persecuzioni, l’Indonesia dell’intolleranza, il Medioriente delle guerre, l’Africa della siccità e della fame. Ma anche le stanze ovattate di Washington dove si guarda con diffidenza al pacifismo della Santa Sede, la Francia laicista, la Spagna zapatera, l’Italia secolarizzata.
«Nessuno di loro - spiega l’arcivescovo Justo Mullor, presidente dell’Accademia - deve però dimenticare che è prima di tutto un sacerdote» e quindi nessuno deve guardare all’attività diplomatica come ad una variante elitaria di quella che una volta si chiamava «carriera ecclesiastica». «Non è carriera - spiega Mullor - è servizio petrino, e noi non siamo ambasciatori di un interesse politico ma di un messaggio trascendente». Gli studenti sanno - e lo ammettono con timidezza - che sono visti da alcuni cattolici come degli yuppies della Chiesa, ma i preti semplici e puri, i missionari dei poveri, i sanfracesco degli ultimi, verrebbero triturati dal mondo e dai suoi padroni se non ci fosse questa guardia scelta a fare barriera e a spianare loro la strada. Tuttavia, per fugare ogni tentazione mondana, questi giovanotti la domenica lasciano i loro studi e vanno ad aiutare nelle parrocchie, a occuparsi delle comunità straniere, degli homeless e dei carcerati, a curare i malati e a dare conforto agli anziani. Poi ci sono la preghiera, il digiuno, la penitenza, il silenzio. E, in futuro, il mondo.

La Stampa, 8 giugno 2007

Vedi anche:

Il Papa ai futuri nunzi: siate dei pastori imitatori di Cristo prima che dei diplomatici

Incontro Benedetto XVI-Alessio II: l'arcivescovo di Cipro media


Incontro papa-alessio II media arcivescovo cipro

L'arcivescovo ortodosso di Cipro, Crisostomo III, ha annunciato che compirà nella prossima settimana un viaggio esplorativo a Roma e a Mosca per cercare di organizzare in tempi brevi un incontro tra Papa Benedetto XVI e il patriarca russo Alessio II. Il religioso cipriota, in un'intervista anticipata ieri dal settimanale «L'Espresso», si è anche detto convinto che i tempi siano ormai maturi per la riunificazione di tutti i cristiani in una Chiesa comune, a quasi mille anni dallo scisma tra Occidente e Oriente del 1054. Crisostomo III si fermerà a Roma dal 12 al 17 giugno e incontrerà Benedetto XVI. Poi, il 17, volerà a Mosca per un colloquio con Alessio II. «Ho chiesto io - ha spiegato a «L'Espresso» - di poter vedere il Papa e lo ringrazio di questa opportunità. Noi vogliamo aiutarlo in ogni modo per migliorare le relazioni tra le due Chiese, perché siamo figli dello stesso Padre». Alla domanda se ci siano le condizioni per uno storico incontro tra Ratzinger e Alessio, l'arcivescovo di Cipro ha risposto: «Ogni momento è un buon momento, perché lo scopo è quello di fare ciò che è meglio per entrambe le Chiese. È chiaro che si tratta di un incontro che non si organizza in 24 ore. Io sono pronto a fornire il mio contributo».

Eco di Bergamo, 8 giugno 2007

Il Papa ecologista visto dal Regno Unito


(in primo piano il tetto dell'aula Nervi)

“Guardian”, Il Vaticano punta sul solare

Svolta ecologica del Vaticano che vuole costruire pannelli solari sui tetti di alcuni edifici.

La curiosa notizia suscita anche l’interesse della stampa internazionale. “Pier Carlo Cuscianna, ingegnere del Vaticano — scrive il Guardian — ha reso noto che alcuni edifici della Santa Sede inizieranno ad usare energia solare come conseguenza delle preoccupazioni espresse da Benedetto XVI sull’ emergenza ambientale ed energetica. Cuscianna ha inoltre riferito che il tetto dell’auditorium di Paolo VI, usato per le udienze generali del pontefice, ”sarà ristrutturato il prossimo anno e i pannelli di cemento saranno sostituiti con celle fotovoltaiche capaci di convertire la luce del sole in elettricità“.

Secondo l’ ingegnere le nuove celle fotovoltaiche produrranno energia solare sufficiente a illuminare e riscaldare l’intero edificio: ”Visto che l’ auditorium non è usato tutti i giorni, il surplus di energia prodotto verrà inserito nella rete energetica del Vaticano, così anche altri uffici della Santa Sede potranno usufruire di questa energia“. ”Uno studio sulla fattibilità del progetto — si legge ancora nell’articolo del quotidiano britannico — è stato pubblicato recentemente sul quotidiano del Vaticano, L’Osservatore Romano, che ha evidenziato i grandi vantaggi economici proveniente dalla conversione“.

Si ricorda inoltre che ”l’ estate scorsa Benedetto XVI ha esortato i cattolici a unirsi per la salvaguardia del ‘creato, senza sprecarne le risorse, condividendole con gli altri in modo civile’. Il pontefice ha osservato inoltre che alcuni stili di vita possono danneggiare l’ambiente e rendere la vita dei più poveri insopportabilé“.

AGI

PAPA: FERMATO GIOVANE CHE TENTAVA DI SALIRE SULLA SUA JEEP


Si tratta di un ragazzo, non di una donna

(ASCA) - Citta' del Vaticano, 6 giu - Un giovane sui 20-30 anni ha cercato questa mattina di salire sulla jeep del papa in Piazza san Pietro, nel consueto giro di inizio dell'udienza generale.Il giovane e' stato prontamente bloccato dalla gendarmeria vaticana presso la quale si trova ancora in stato di fermo per le normali procedure di identificazione. Lo ha confermato la Sala Stampa Vaticana secondo cui il giovane dava chiari segni di qualche sofferenza mentale.


Papa: Giovane Tenta Di Saltare Su Jeep, Bloccato

Citta' del Vaticano, 6 giu . - (Adnkronos) - Un giovane fra i 20 e i 30 anni con maglietta rossa e cappellino da baseball, ha cercato di saltare sulla jeep bianca del Pontefice mentre questa compiva il consueti giro di in Piazza San Pietro prima che iniziasse l'udienza generale del mercoledi'.