giovedì 14 giugno 2007

Tisana e letto d'ottone, la notte del Papa a Pavia


Una camera sobria e umile nell'appartamento dei vescovi, rimasto disabitato per 200 anni

Giuseppe Spatola

PAVIA — Sobria, luminosa e umile. La stanza del vescovado di Pavia che ospiterà il Santo Padre nella notte tra il 21 e il 22 aprile è pronta. Stretta tra la mensa e la segreteria privata dell'appartamento nobile, la stanza è al primo piano dello storico palazzo voluto nel XVI secolo dal vescovo Ippolito e progettato dall'architetto Pellegrino Pellegrini.
Il bianco delle pareti è rotto solo dall'azzurro degli affreschi che sovrastano il letto in ottone. Sul comodino in legno del 1700 una lampada e il breviario, mentre appoggiate sul leggio il Papa ha voluto due bibbie (una in tedesco l'altra in latino). Oltre 50 operai si sono alternati con i venti restauratori della Sovrintendenza durante il periodo — cinque mesi — dei restauri. Ed ora, a due settimane dall'arrivo di Benedetto XVI, l'appartamento dei vescovi pavesi, rimasto disabitato per 200 anni, è tornato agli antichi fasti.
IL PALAZZO — Attraversato il cortile che guarda la facciata del Duomo, il Papa salirà i 52 gradini dello scalone d'onore disegnato nel 600 dal Nusanti. La prima porta si apre sul salone dove Benedetto XVI pranzerà con i 50 vescovi invitati per l'Angelus agli Orti Borromaici. Il Palazzo vescovile ha radici cinquecentesche e nasce per volere di Ippolito de' Rossi di San Secondo. Gli esperti hanno lavorato con cura per mantenere i fregi del salone seicentesco, ridando luce all'ocra delle pareti e ai ritratti affrescati dei vescovi che hanno guidato la diocesi di Pavia dal 1600 in poi. In fondo alla sala una porticina guarda la segreteria privata della curia dove sono custoditi oltre 6 mila volumi e testi sacri. Da qui, a destra, si accede alla camera che ospiterà Benedetto XVI nella notte tra il 21 e il 22 aprile, mentre a sinistra si entra nel soggiorno e quindi nella sala da pranzo. «I lavori per preparare la visita papale proseguono senza sosta — si limita a dire don Mauro Astroni che ha seguito i cantieri del Vescovado e organizzato il pranzo del Papa —. A Pavia non abbiamo camerlenghi. Tutta la diocesi si è impegnata per ricevere il Santo Padre. Non è importante quello che è stato fatto o preparato per l'occasione. È importante quello che Benedetto XVI dirà e farà a Pavia».
IL MENU — Papa Benedetto XVI arriverà sabato 21 intorno alle 20.30 dopo aver celebrato la messa in piazza Ducale a Vigevano. Ratzinger cenerà da solo nella saletta dell'appartamento privato.
Un consommé di verdure e poi una tisana prima di addormentarsi. Più ricco il pranzo domenicale con i vescovi lombardi. Il menù non è ancora definitivo anche se sicuramente prevedrà un primo a base di verdure e un secondo di carne al forno preparati nelle cucine della Curia. Il dolce sarà una torta appositamente confezionata dalla storica pasticceria Vigoni e chiamata «torta diplomatica» a base di crema pasticciera con pasta di mandorle. I vini saranno La Versa: uno spumante metodo classico Testarossa e uno spumante moscato Fiordarancio (ne sono state ordinate 100 bottiglie). A servire a tavola, in fiammanti divise gialle, saranno i volontari della diocesi e i parroci pavesi.
LA SICUREZZA — Intanto Pavia si prepara ad accogliere Benedetto XVI studiando nei minimi dettagli il piano traffico per evitare di bloccare completamente le vie di accesso alla città. Per due giorni il centro storico sarà transennato per sei chilometri lungo il percorso del corteo papale. Il 22 aprile è previsto l'arrivo di 300 pullman e di oltre 4 mila automobili.

Corriere della sera, 7 aprile 2007


La torta

In occasione del pranzo del Papa con i vescovi la storica pasticceria Vigoni di Pavia ha studiato un dolce speciale chiamato «torta diplomatica».
Sfoglia leggera, pan di Spagna, crema pasticciera leggermente liquorosa e in fine una spruzzata di zucchero a velo. Per il tè di domenica pomeriggio, invece, il Papa assaggerà biscotti e piccoli tranci della «torta paradiso» di Pavia

Corriere della sera, 7 aprile 2007

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