venerdì 15 giugno 2007

Il Papa, la Cantina Tirolese e la forza della preghiera


Intervista al proprietario della Cantina Tirolese: Ratzinger ha allungato la vita di mio padre.

LE GUARDIE svizzere: imponenti, immobili, colorate, sembrano uscite da una favola. Da mezzo secolo, con le alabarde, proteggono il Papa. Ecco, seguendo un gruppo di loro in libera uscita, mi sono ritrovato alla “Cantina Tirolese” a lato di Borgo Pio: cento metri dal portone vaticano di Sant’Anna. Ci vanno a cena gruppi di 10, 15: trovano il gulasch, le zuppe di verze e cipolle, e dopo mangiato cantano le filastrocche svizzere con nostalgia. «Siamo orgogliosi di ospitarli», dice Marco Macher, 43 anni, che con la sorella Manuela anima il locale. Ma ancora più orgogliosi, loro sono per il tavolo numero 4, nella sala del sotterraneo. Là spicca una targa magica, fissata sulla parete proprio al centro di 8 posti: “A Sua Eminenza, Cardinale Joseph Ratzinger (ora Papa Benedetto XVI) 19 aprile 2005”. Insomma, grazie alle guardie di piazza San Pietro, abbiamo scoperto il ristorante dove per 25 anni, almeno una volta alla settimana, è venuto a cenare, prima il Vescovo, poi l’Arcivescovo, quindi il Cardinale Ratzinger. «Papà Roberto e mamma Gertrude hanno aperto questa cantina nel 1971 - racconta Marco - «Io e mia sorella eravamo bambini, e stavamo sulle ginocchia dei clienti. Un nome? Padre Martin, che oggi è Arcivescovo di Dublino». Questo locale è stato il vero regalo di nozze che papà Roberto ha fatto a mamma. Lui italiano, lei austriaca di Graz, che viene a studiare a Roma e trova marito. Li ha uniti la fede cattolica che ha reso subito più profondo il loro rapporto.
«Ratzinger arrivava qui prima delle 8, con la sua valigetta nera, in clergymen , sempre in compagnia di amici. Ricordo che mamma lo riempiva di domande sul cielo. Allegro, qui ritrovava l’atmosfera delle stube bavaresi. Amava il brodo con le crêpes tagliate sottili, il maiale affumicato, lo strudel. Beveva aranciata e un dito di birra».
E’ stato un lungo sogno per la famiglia Macher. «Papà ha fatto appena in tempo a vederlo Papa, perché nel 2006 ci ha lasciato per sempre a soli 69 anni». E mamma, si raccomandava al futuro pontefice per la salute di papà? «Pensi, i medici avevano previsto per lui 3 mesi di vita». Ma Gertrude non si rassegnava, pregava con la benedizione di Ratzinger. «Papà ha resistito per altri 6 anni, con un alta qualità della vita. Certo, potrei dire che è stato un piccolo miracolo, ma non oso tanto». Con la famiglia, Marco ha vissuto col batticuore i giorni del conclave. «Ho scommesso, non certo per soldi, sulla sua nomina. Io puntavo su di lui, e un cameriere su un altro favorito, cliente nostro, il Cardinale del Nicaragua. Quando c’è stato lo scampanio, sono corso in piazza, e quando ho sentito al microfono ‘Cardinal Joseph…’, ero felice per lui, ma soprattutto per papà. Adesso io so che lui è sempre vicino al Papa». Ecco: alla parete dietro alla cassa, sono appese vicine due fotografie: quella di papà Roberto con due occhi che ispirano serenità, e quella di Papa Ratzinger, il cliente del tavolo 4 che gli ha allungato la vita.

Il Messaggero, 6 maggio 2007

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