venerdì 29 giugno 2007
Indiscrezioni su due nomine curiali
Inserisco in questo blog qualche indiscrezione, non confermata, su due nomine nella curia romana.
Raffaella
(nella foto il Papa con il cardinale Angelo Scola)
Nel futuro di Scola e Ravasi incarichi di prestigio a Roma
Il malgratese sarà Prefetto della Congregazione per la dottrina della fede Mentre il monsignore di Merate avrà il Pontificio consiglio per la cultura
Tra le nuove nomine che Papa Benedetto XVI si appresta a fare, ce ne sono due di grande prestigio che sembrano destinate ad altrettanti illustri lecchesi. Pare infatti che in pole position per succedere allo stesso Ratzinger come Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede sia il cardinale Angelo Scola, attuale patriarca di Venezia; mentre al posto del cardinale Paul Popard, al Pontifico Consiglio per la Cultura, dovrebbe arrivare monsignor Gianfranco Ravasi, da molti anni Prefetto della Biblioteca Ambrosiana. Così, almeno, dava per certo l'altro giorno il quotidiano torinese «La Stampa», citando fonti autorevoli. Come tutti sanno il cardinal Angelo Scola è originario di Malgrate (dove continua a tornare con una certa frequenza nonostante gli innumerevoli impegni), mentre monsignor Gianfranco Ravasi è nato a Merate ed è brianzolo purosangue. Tra le altre cose - come ci aveva confidato qualche tempo fa in una lunga intervista apparsa nella collana dedicata alle «persone speciali» della nostra provincia - è solito tuttora trascorrere parte delle sue vacanze in Brianza. A testimonianza di un rapporto che non si è mai interrotto. Questi due figli della nostra terra si apprestano così a confermare come da noi non di solo ferro si è vissuti, ma si ha anche avuto il tempo di coltivare gli immateriali beni dell'anima. Il patriarca di Venezia, Angelo Scola, ha attraversato da protagonista le origini della storia ecclesiale di Comunione e Liberazione che da noi ha avuto terreno fertile. Impegnato in Gioventù studentesca sin dai tempi del Liceo classico «Manzoni» a Lecco, diventerà poi presidente della Fuci nel 1965, da studente di filosofia alla Cattolica, dove otterrà il dottorato con una tesi sulla filosofia cristiana col mitico professor Gustavo Bontadini, tanto famoso per la sua straripante umanità, quanto per le mollette con cui si «pinzava» i pantaloni da inveterato ciclista. Dal momento in cui fu ordinato sacerdote, nel 1970, Angelo Scola ha bruciato le tappe, come si dice in ogni biografia che si rispetti. Teologo raffinato a Friburgo, incontra personaggi straordinari come Henri de Lubac e Hans Hurs von Balthasar, per poi lasciare la carriera accademica e divenire prima vescovo di Grosseto e poi Patriarca di Venezia. Un destino segnato il suo, sin dai tempi di Gioventù studentesca prima e Comunione e Liberazione poi, quando le sue «lezioni» spiccavano per lucidità ed originalità; uno dei pochi in quegli anni a non dover «imitare» don Luigi Giussani per farsi ascoltare. Anche monsignor Gianfranco Ravasi non è da meno come personalità. Se non ha toccato le soglie di qualche vescovado, i suoi interventi lasciano ovunque il segno per la precisione ed il fascino delle argomentazioni. Ce lo ricordiamo bene anche noi lecchesi nelle due ultime sue apparizioni in città, l'anno scorso, prima di Natale, ospite della Fondazione della Provincia di Lecco e l'anno prima all'inaugurazione della mostra di Alfredo Chiappori all'Ospedale Manzoni. Dal 1966 prefetto della Biblioteca Pinacoteca Ambrosiana di Milano, monsignor Gianfranco Ravasi è innanzitutto un uomo di fede e di cultura. Grande studioso, grandissimo e raffinato divulgatore è anche e soprattutto un grande lettore. I ventimila volumi che arredano la casa paterna ad Osnago sono solo una piccola testimonianza di quella cultura che Ravasi si porta dietro e nella quale insegue il segno di quell'utopia che oggi è purtroppo sempre più assente. Angelo Scola e Gianfranco Ravasi: due uomini di fede che sembrano destinati ad occupare due posti di rilievo dentro la Chiesa; due lecchesi che stanno testimoniando come anche da noi si possa vivere di solo spirito. Il motto episcopale del Patriarca di Venezia, cardinal Angelo Scola, recita: «Sufficit gratia Tua» ovvero «Basta la Tua grazia». Speriamo che un po' di quella «grazia» ci sia anche per noi, suoi immeritevoli concittadini.
© Copyright La Provincia di Lecco, 28 giugno 2007
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1 commento:
Speriamo che sia vero!
Ho immensa stima sia per il Patriarca Scola che per Monsignor Ravasi.
Se le meritano davvero quelle cariche così prestigiose.
Ben 16 sa scegliersi benissimo i suoi collaboratori.
Finora tutti quelli che ha nominato si sono dimostrati fedeli e decisamente all' altezza del compiti loro affidati e questi due non saranno da meno !
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