giovedì 14 giugno 2007

Ratzinger nel mirino della Stasi












LO “CHARME” DI RATZINGER AVVERSARIO DEL COMUNISMO

Franco Quintano

«Uno dei più strenui avversari del comunismo»: così la Stasi, i servizi segreti della vecchia Germania comunista (Ddr), considerava negli anni della Guerra Fredda e della cortina di ferro Joseph Ratzinger – allora professore di teologia, poi cardinale e oggi papa Benedetto XVI. Il domenicale tedesco Bild am Sonntag, con l'autorizzazione del pontefice, pubblica adesso stralci dei dossier raccolti dalla Stasi a carico di papa Ratzinger. Ma in una delle tante note redatte sul papa tedesco dalla famigerata polizia politica di Berlino est, Ratzinger viene anche definito come uno che «dispone di uno charme accattivante», «nonostante all'inizio si mostri in qualche modo timido con il suo interlocutore». La prima annotazione a carico di Ratzinger risale al 26 aprile 1974. Un agente della Stasi (Staatssicherheit, sicurezza dello stato) con il nome in codice «Birke», scriveva sull'uomo sorvegliato, identificato con l'iniziale R.: «R. si è intrattenuto in aprile nella Ddr, tenendo al seminario di Erfurt conferenze davanti a studenti di teologia e accademici sui problemi della teologia moderna». Lo scorso febbraio – quindi prima dell'elezione di Ratzinger a nuovo pontefice avvenuta il 19 aprile – la Bild am Sonntag aveva chiesto di poter prendere visione degli atti della Stasi relativi alla Chiesa, e in particolare alla persona di Joseph Ratzinger. I responsabili dell'Ente che in Germania si occupa della cura degli archivi dei vecchi servizi segreti della Ddr hanno fatto delle ricerche e hanno trovato in aprile e nelle settimane successive «vari documenti». I dirigenti dell'Ente per gli archivi della Stasi – afferma il giornale tedesco – «hanno scritto al Vaticano mettendo tutto il materiale a disposizione del papa eletto il 19 aprile». «Con la sua autorizzazione scritta (del pontefice), copie dei documenti sono stati fatti pervenire venerdì scorso alla Bild am Sonntag», precisa il domenicale, che all'argomento dedica la sua prima pagina con il titola in grande: «Dossier Stasi Ratzinger», con una foto di papa Benedetto XVI accanto a uno dei documenti della Stasi relativi all'allora professore di teologia Joseph Ratzinger. «Noi abbiamo informato il papa della richiesta di alcuni giornalisti di visionare la documentazione sulla sua persona. Con una lettera personale egli ha comunicato di non avere alcuna obiezione al riguardo», ha detto alla Bild am Sonntag Marianne Birthler, responsabile dell'Ente sugli archivi della Stasi. Dal 1974 Joseph Ratzinger venne tenuto sotto stretto controllo dei servizi comunisti, sorveglianza che si andò intensificando dopo che il 25 novembre 1981 papa Giovanni Paolo secondo nominò l'allora arcivescovo di Monaco di Baviera alla carica di Prefetto per la congregazione della fede. La polizia politica di Berlino est si rese conto del peso crescente che andava acquistando Ratzinger. «Ratzinger è attualmente in Vaticano, dopo il papa e il segretario di stato (Agostino) Casaroli, il politico più influente e il maggiore ideologo», si legge in una delle note di allora. La Stasi rilevò peraltro gli stretti contatti instauratisi tra Ratzinger e il futuro papa polacco Giovanni Paolo secondo. «Dalla metà degli anni settanta Ratzinger fu legato da una stretta amicizia con l'allora cardinale (Karol) Wojtyla, per la cui elezioni a papa egli si era impegnato tanto».

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