lunedì 23 luglio 2007
Il Vaticano sara' il primo Stato a emissioni zero
Il Papa ecologista
Roma Sarà il Vaticano il primo Stato ad emissioni zero di anidride carbonica (CO2). Tutto grazie ad una foresta che sarà piantata in Ungheria da un’azienda americana, e che servirà a compensare la quantità di gas tossici che la città pontificia immette nell’atmosfera. Un progetto siglato dal cardinale Paul Poupard, presidente del Pontificio Consiglio della Cultura, insieme agli amministratori della Planktos Inc. (Stati Uniti) e alla ditta ungherese Klimafa: in pratica è un dono che le due società faranno al Vaticano, per motivi pubblicitari, e si tratta allo stesso tempo di un modo per incoraggiare i cattolici a fare “di più” per difendere il pianeta. Le dimensioni del bosco (denominato “Foresta climatica vaticana”), col numero di alberi piantati, saranno decisi in base alla quantità di energia consumata nello Stato pontificio durante il 2007, stimata dai tecnici delle due aziende.
Il Vaticano ha circa mille abitanti, in meno di mezzo chilometro quadrato, e come ha detto Poupard, vuole fare «la sua piccola parte per eliminare le emissioni di anidride carbonica. Quando l’uomo – ha aggiunto l’alto prelato - si dimentica di essere il servitore della terra e ne diviene il padrone, la terra stessa sembra ribellarsi contro di esso, e invece di un luogo di accoglienza diviene un deserto che minaccia la sopravvivenza della creazione». Salvaguardare l’ambiente non è poi «una questione politica che devono risolvere i dirigenti dei diversi partiti, ma un problema etico e culturale», ha ammonito Poupard, ricordando ai fedeli che «si può emettere meno anidride carbonica non usando il riscaldamento o rinunciando a servirsi dell’automobile per gli spostamenti».
Oppure, ha osservato un monsignore di Curia, Melchor Sanchez de Toca Alameda, si può aiutare la salvaguardia dell’ambiente facendo «penitenza, e in questo caso piantando gli alberi per convertire l’anidride in ossigeno». Nella “penitenza”, la Santa Sede investe la propria immagine ma non soldi: le spese saranno totalmente a carico delle due società, che contano di acquisire, con la benedizione della Santa Sede, nuovi clienti per il loro business di case ecologiche. La nuova sensibilità “ecologista” dello Stato papale è confermata anche dal progetto di installare, dal 2008, centinaia di pannelli solari sul tetto dell’aula Paolo VI, quella dove il Pontefice riceve ogni mercoledì, d’inverno, migliaia di fedeli. Il riscaldamento, l’aerazione e l’illuminazione, infatti, non saranno più gestiti con l’elettricità della città di Roma, ma grazie all’energia accumulata col fotovoltaico dei pannelli. Sotto la cupola di San Pietro sono allo studio anche altri progetti di risparmio energetico, ma già con questo del solare «nella rete vaticana verrebbe una quantità di energia quotidiana pari ad una quota importante del totale», ha spiegato l’ingegnere Pier Carlo Cuscianna, direttore dei Servizi tecnici del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano, visto che «l’aula delle udienze ha un funzionamento non continuo».
pa.pa.
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