giovedì 14 giugno 2007

"Il mio amato predecessore", un libro del Papa sul suo rapporto con Giovanni Paolo II


Ratzinger: "Quando dissi a Wojtyla non andare al concerto di Bob Dylan"

ORAZIO LA ROCCA

CITTÀ DEL VATICANO - Su Bob Dylan, Giovanni Paolo II e Joseph Ratzinger erano in sostanziale disaccordo. Ma forse solo su Dylan. Il cardinale, all´epoca prefetto della congregazione per la dottrina della Fede, non voleva che il cantautore Usa si esibisse davanti a Wojtyla al congresso eucaristico di Bologna del 1997. Giovanni Paolo II, però, non lo ascoltò e Dylan, insieme ad Adriano Celentano e ad altre pop star, cantò. L´episodio viene rivelato per la prima volta dallo stesso Benedetto XVI nel libro «Giovanni Paolo II, il mio amato predecessore» (Edizioni San Paolo), un testo dell´attuale pontefice dedicato a papa Wojtyla e che sarà distribuito dal settimanale Famiglia Cristiana la settimana prossima.
Nel libro, Ratzinger - del quale martedì 13 il cardinale Angelo Scola presenterà la prima esortazione apostolica dedicata all´Eucaristica, "Sacramentum Caritatis" - rivela molti episodi inediti. Come, ad esempio, «la preoccupazione che c´era nella Chiesa», prima della Giornata mondiale della gioventù di Parigi, che un Papa troppo malato e anziano potesse non attirare i ragazzi. «Ma poi abbiamo visto tutti cosa successe». Sul concerto rock a Bologna, con Wojtyla accanto a Bob Dylan, Ratzinger ricorda che «c´era ragione di essere scettici, io lo ero, e in un certo senso lo sono ancora, di dubitare se davvero fosse giusto far intervenire questo genere di ‘profeti´». Eppure le parole di Wojtyla - ammette il Papa - andarono «a toccare quello che le proposte dell´industria del tempo libero e il mondo contemporaneo di consumare la vita lasciano completamente da parte, la domanda che riguarda ciascuno di noi personalmente». Quanto agli aspetti teologici e morali, Benedetto XVI rivela ancora che Giovanni Paolo II trasse ispirazione, tra gli altri, dagli insegnamenti di un filosofo e sociologo tedesco, Max Scheler, nato a Monaco nel 1875 e morto a Francoforte il 1928, «specialmente sugli aspetti morali, sulla sessualità, sulla verginità e sul rapporto di coppia nel matrimonio».

Repubblica, 7 marzo 2007

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