giovedì 14 giugno 2007

Un bancomat un po' speciale...


Vaticano. Bancomat in latino, ma lo stile scelto da lo ‘Ior’ è bocciato dai latinisti

News adnkronos del 18-03-2007

Parla latino il bancomat del Vaticano, ma lo stile scelto dai banchieri dello Ior è bocciato dai latinisti: l'Istituto di credito della Santa Sede che, oltre all'italiano, ha scelto anche la lingua di Cicerone per spiegare al cliente le operazioni da eseguire. Sulla videata dello sportello elettronico si legge: "Inserito scidulam quaeso ut faciundam cognoscas rationem".
Ed è subito polemica tra i latinisti. "È un latino passabile ma non è certo quello di Cicerone", afferma il decano Antonio La Penna, professore emerito di Lingua e Letteratura Latina a Firenze.
"Un latino popolare, quasi giocoso", incalza Carlo Ferdinando Russo, professore emerito di Filologia latina e greca all'Università di Bari e direttore della rivista 'Belfagor'.
Dice La Penna: "è quel latino cui ricorrono i preti per rendere i termini che appartengono alla modernità. Direi che sono termini quasi ingegnosi per adattare i concetti nuovi".
Un latino "tra il giocoso e l'ingannevole", osserva ancora il professor Russo al quale lo stile utilizzato dai banchieri del Vaticano ricorda tanto Plauto.


In Vaticano parla latino perfino il bancomat

di PIERGIORGIO LIBERATI

«Non so che farmene del vostro latinorum», diceva Renzo Tramaglino al povero don Abbondio nei "Promessi Sposi". In realtà, a distanza di quattrocento anni l'opera di Alessandro Manzoni è ambientata nel 1600 - c'è ancora chi il latino lo usa per prelevare soldi al bancomat. Non ci credete? Basta recarsi presso la Città del Vaticano, lo stato indipendente europeo che si trova all'interno di Roma, e rivolgersi ad uno sportello telematico dell'Istituto Opere di Religione (Ior), appunto la banca del Vaticano. Dopo una breve videata di introduzione "Carus exspectatusque venisti", che letteralmente sta per «siete i benvenuti», ci si trova davanti alla possibilità di scegliere la lingua da utilizzare. Ebbene, oltre al classico inglese e italiano, lo Ior consente che i prelievi possano essere fatti anche nella lingua degli antichi romani. Del resto il latino è l'idioma ufficiale dello Stato Vaticano, portato di nuovo in auge da papa Benedetto XVI, che lo usa in modo fluente. Chiaramente per poter accedere al bancomat, bisogna disporre di una carta - in latino "scidula" della banca del Vaticano. Solo allora ci si troverà di fronte al messaggio: «Inserito scidulam quaeso ut faciundam cognoscas rationem». A tradurre per "Libero" la frase è Oreste Carbonero, uno dei più grandi latinisti esistenti al mondo. «"Inserisci per favore la scheda, per accedere alle operazioni consentite", è la traduzione più libera», continua lo studioso di Alessandria, vincitore del "Certamen Vaticanum 2006" e collaboratore della "Fondazione Latinitas" per lo studio e la salvaguardia della lingua e della letteratura latina. «Fu Paolo VI che volle riportare il latino all'uso comune. Ma ora con Papa Ratzinger questa ricerca ha subìto una notevole accelerazione», sostiene Carbonero, spiegando che «a breve sarà pubblicata, dalla Libreria editrice vaticana, una riedizione del "Lessico dei neologismi"». E all'interno del Vaticano «sono ancora molti, forse anche per semplice curiosità, che fanno uso dell'idioma latino per prelevare», spiega, dall'ufficio stampa della Santa Sede, padre Ciro Benedettini, che ammette anche: «Qui abbiamo un ufficio preposto alle traduzioni, che sicuramente avrà disposto la traduzione di tutti i normali comandi che si trovano nei bancomat». Una volta inserita la scheda, vi ritroverete catapultati indietro nel tempo di duemila anni. Avrete quattro opzioni: "Deductio ex pecunia", il prelievo, "Rationum aexequatio", il saldo attuale sul vostro conto corrente, "Negotium argentarium", i vostri movimenti e infine, ad operazioni completate, il "Retrahe scidulam deposita", per riavere indietro la vostra tessera. Magicamente dal bancomat usciranno non "sesterzi" ma euro. Insomma, se i romani avessero potuto disporre di un bancomat, avrebbero prelevato in questo modo. Alla faccia di chi crede che il latino sia una lingua morta e ormai inutilizzata. Basta provare, per capire che così non è. Per farlo, però, bisogna superare due ostacoli. "Convincere" le intransigenti Guardie svizzere - per entrare nella Città del Vaticano bisogna avere un permesso - ed essere con qualcuno che disponga della tessera dell'Istituto Opere di Religione. E non scordate la ricevuta: è in latino anche quella.

Libero, 26 febbraio 2007

1 commento:

Anonimo ha detto...

Il bancomat in Vaticano parla latino da vario tempo. Sicuramente nel 2000 era già nella lingua dei nostri avi (ed a quei tempi era ancora vivo Giovanni Paolo II).
Quindi non è certo una innovazione dell'attuale Pontefice.